BRUXELLES - La Commissione europea ha confermato che l’applicazione di diverse norme dell’Ai Act verrà rinviata e che parte del sistema sanzionatorio sarà congelato. Il pacchetto “Digital Omnibus”, presentato come una “semplificazione”, sposta infatti al 2027 l’entrata in vigore degli obblighi per i modelli ad alto rischio, recependo una parte delle richieste avanzate da big europei.
Bruxelles nega che il passo indietro sia frutto delle pressioni americane o di quelle di Meta e Google. Ma gli osservatori notano che proprio le norme più contestate – quelle che avrebbero inciso sui costi e sulla responsabilità dei grandi gruppi – sono state alleggerite. Il pacchetto introduce inoltre nuove scadenze che spostano più avanti la piena operatività di diversi obblighi del regolamento.
Il risultato è che l’Ai Act, entrato formalmente in vigore il 1° agosto 2024, resta per anni in un limbo: linee guida, standard tecnici e controlli arriveranno molto più tardi del previsto. Anche per la governance dei modelli generativi l’UE lascia margini di tempo aggiuntivi, con la promessa di “garantire proporzionalità”. Di fatto, i settori più esposti ai costi di adeguamento ottengono un rinvio sostanziale. L’UE che voleva guidare il mondo sulla regolazione dell’IA si ritrova ancora una volta frenata da sé stessa.





