Il presidente russo Vladimir Putin avverte che il suo paese sarebbe pronto alla guerra in caso di attacco della NATO. Affermazioni che seguono quelle dell'ammiraglio NATO Cavo Dragone, secondo cui l'alleanza atlantica starebbe valutando un attacco preventivo contro la Russia. "Non abbiamo intenzione di dichiarare guerra all'Europa, ma se l'Europa lo vuole e inizia, siamo pronti fin da subito", ha dichiarato Putin ai giornalisti a margine di un forum economico a Mosca.
Putin ha inoltre accusato gli europei di voler "ostacolare" gli sforzi americani per porre fine alla guerra in Ucraina. "Non hanno un programma di pace; sono dalla parte della guerra", ha aggiunto. Queste dichiarazioni contrastano nettamente con quelle del capo della NATO Mark Rutte, che poco prima si era detto convinto che gli sforzi americani in Ucraina "alla fine riporteranno la pace in Europa". Questo conflitto è il più sanguinoso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Il giorno prima, Washington si era detta "molto ottimista" nonostante la continua intransigenza del leader russo, che avrebbe dovuto ricevere l'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, e il genero del presidente degli Stati Uniti, Jared Kushner, al Cremlino nel tardo pomeriggio.
Una delegazione di Kiev potrebbe incontrare i due funzionari americani in Europa mercoledì, dopo questi colloqui, secondo una fonte ucraina che ha parlato con l'AFP. Da parte sua, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sotto forte pressione politica e diplomatica, ha accusato la Russia di usare i colloqui in corso per cercare di "indebolire le sanzioni" contro Mosca.
Ha chiesto la fine della guerra, non "solo una pausa" nei combattimenti, durante un viaggio in Irlanda. Gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni a fine ottobre contro due giganti russi del petrolio e del gas, Rosneft e Lukoil, le prime sanzioni significative imposte da Donald Trump alla Russia dal suo ritorno al potere.
Lunedì il leader ucraino ha ricevuto un forte sostegno a Parigi dal suo omologo francese, Emmanuel Macron, che ha ribadito l'impegno europeo per il raggiungimento di "una pace giusta e duratura". Pur accogliendo con favore gli "sforzi di mediazione" degli Stati Uniti, Macron ha dichiarato che "ad oggi non esiste alcun piano definitivo".





