ZURIGO – C’è tanto rammarico in casa Lugano per il KO incassato a Zurigo al cospetto del GC. Le Cavallette prima di questo match erano ultime in classifiche, ma sono riuscite comunque a sfruttare gli errori dei bianconeri per imporsi per 2-1.
Un risultato anche bugiardo che mette però in luce le mancanze della squadra de neo allenatore Fabio Celestini che si è così espresso a fine partita ai colleghi del sito della società.
“Al di là del risultato o del gioco, in pochi giorni di allenamento non si possono fare miracoli, siamo stati un po’ troppo timidi – ha esordito – E questo è un peccato specie nella prima mezzora. Eravamo passati in vantaggio con una giocata provata in allenamento e già prima del gol di Bottani ci eravamo trovati nella stessa situazione con Gerndt che aveva mancato di poco la palla. Speravo che la rete desse coraggio alla squadra, di giocare, di difendere bene, di andare a pressare alto, invece siamo stati condizionati dai dubbi, imprecisi, timorosi, soprattutto il pressing sulla nostra fascia destra ha funzionato poco. Effettivamente mi aspettavo qualcosa in più a livello di entusiasmo, di allegria, di voglia di far bene. Poi ci sono state anche cose positive: abbiamo tirato 15 volte in porta, non meritavamo sicuramente di perdere; abbiamo preso gol su autorete e rigore”.
La squadra ha bisogno di lavorare ancora sui tuoi concetti tattici ma soprattutto sul piano psicologico?
Devo fare in modo che questa timidezza o timore scompaiano. Per il nostro gioco si deve avere fiducia nei propri mezzi, contenti di andare in campo e desiderosi di far bene. In questi giorni di allenamento ho visto tanta qualità nella squadra e anche in partita si sono viste alcune giocate eccellenti.
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Cosa pensi di fare per tirar fuori dai giocatori la carica e l’autostima che chiedi?
Devo conoscerli un po’ meglio. Ogni uomo è un mondo e non è che posso parlare a tutti nella stessa maniera. Il messaggio generale che ho lanciato al gruppo è che non si può giocare così sia in fase difensiva sia in quella offensiva dobbiamo dare molto di più. Ci vogliono energie positive e il primo che deve trasmetterle sono io. Devo dare fiducia a questi ragazzi: oggi ho visto quattro o cinque azioni veramente belle, dunque so che loro possono riuscire a crearsi una quindicina di occasioni a partita su combinazioni di qualità. Però devo avere undici elementi che ci credono che abbiano voglia di dimostrare che sono dei bravi giocatori. So di averceli e tocca a me farli esprimere al loro livello, la difficoltà è che per ognuno ci vorrà una ricetta diversa.
La pausa da questo punto di vista arriva al momento giusto?
Sì, potremo discutere con i ragazzi, finora non ho avuto tempo perché c’era alle porte la partita con il GC. Dovremo insistere sulle basi, su quanto abbiamo provato in questi giorni, ho visto che la voglia di andare in avanti e di verticalizzare quando recuperiamo palla c’è stata. Sapevamo che non avremmo potuto disputare una partita perfetta, peccato per il risultato.
Hai insistito sulla difesa a tre: pensi sia la scelta giusta o semplicemente non avevi il tempo per cambiare?
Non volevo cambiare troppo, in tre giorni dovevamo scendere in campo. Inoltre avevamo diversi infortunati a partire da Maric e Mihajlovic, poi Bottani non ha ancora i 90′ nelle gambe. Mi sembrava che la miglior soluzione fosse restare con il sistema difensivo delle ultime giornate.
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