I bianconeri, infatti, battuti a Malley dal Losanna e capaci di imporsi alla Cornèr Arena contro i Lions, hanno mostrato un volto convinto, hanno fatto capire che le due vittorie ottenute una settimana fa col Davos non erano un semplice fuoco di paglia, e il successo di martedì col Berna lo aveva fatto intuire, e che con un po’ di fortuna in più Chiesa e compagni avrebbero potuto chiudere il weekend anche col pieno di punti in cascina.
Sì perché la sfida di Losanna, esattamente come quella giocatasi a piste invertite, ha fatto capire molto della condizione fisica e mentale dei ragazzi di Ireland. Quando i bianconeri si erano imposti sui vodesi tra le mura amiche, c’era da salvare solo il risultato, perché era apparso evidente che qualcosa nell’assetto tattico e tecnico stava per scricchiolare: da lì in poi i ticinesi entrarono nel loro periodo nero. Questa volta, invece, nonostante la sconfitta il Lugano ha dimostrato carattere, qualità e condizione fisica: certo Merzlikins ha dovuto compiere qualche intervento di livello, ma il Lugano ha saputo approcciare alla partita, nonostante la pressione del Losanna, per poi crescere sempre più, mettendo costantemente pressione su Boltshauser, divenuto protagonista assoluto del match.
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Eccolo il vero rammarico del weekend: non aver conquistato punti nella complicata trasferta vodese, sprecando un talento offensivo enorme, emerso specialmente in un terzo tempo dominato e vanificato anche da un powerplay ancora inguardabile.
Ma la truppa di Ireland, e qui si è visto il carattere e la testa di questo gruppo, ha saputo non abbattersi, mostrando il petto al cospetto dei Lions che, seppur anch’essi in difficoltà, arrivavano ieri alla Cornèr Arena per il primo incrocio dopo gara-7 di finale e… a essere onesti… non c’è quasi stata partita, nonostante una prestazione arbitrale – sì, purtroppo ci tocca parlare degli arbitri – che ha rischiato di rimettere in partita lo Zurigo.
Perché lo Zurigo dalla partita era stato buttato letteralmente fuori da un Lugano che, cinico e micidiale nel primo periodo, era riuscito a inserire una marcia in più nel secondo tempo, grazie a una quarta linea frizzante che ha dato fosforo a tutto il resto del roster. Un dominio incontrastato bianconero, messo in dubbio da due chiamate con poco senso, completamente al di fuori del metro arbitrale messo in mostra fino a quel momento, che hanno permesso ai campioni in carica di rientrare in partita.
Ma questo Lugano, come dicevamo, ha nuovamente carattere ed è questo che è emerso maggiormente in questo weekend: ecco perché chiudere il campionato, prima della pausa e prima della sfida di andata degli ottavi di Champions Hockey League col Frölunda, con una vittoria del genere e con due prestazioni importanti non può che far crescere la fiducia di tutta la squadra.
Eccolo il vero rammarico del weekend: non aver conquistato punti nella complicata trasferta vodese, sprecando un talento offensivo enorme, emerso specialmente in un terzo tempo dominato e vanificato anche da un powerplay ancora inguardabile.
Ma la truppa di Ireland, e qui si è visto il carattere e la testa di questo gruppo, ha saputo non abbattersi, mostrando il petto al cospetto dei Lions che, seppur anch’essi in difficoltà, arrivavano ieri alla Cornèr Arena per il primo incrocio dopo gara-7 di finale e… a essere onesti… non c’è quasi stata partita, nonostante una prestazione arbitrale – sì, purtroppo ci tocca parlare degli arbitri – che ha rischiato di rimettere in partita lo Zurigo.
Perché lo Zurigo dalla partita era stato buttato letteralmente fuori da un Lugano che, cinico e micidiale nel primo periodo, era riuscito a inserire una marcia in più nel secondo tempo, grazie a una quarta linea frizzante che ha dato fosforo a tutto il resto del roster. Un dominio incontrastato bianconero, messo in dubbio da due chiamate con poco senso, completamente al di fuori del metro arbitrale messo in mostra fino a quel momento, che hanno permesso ai campioni in carica di rientrare in partita.
Ma questo Lugano, come dicevamo, ha nuovamente carattere ed è questo che è emerso maggiormente in questo weekend: ecco perché chiudere il campionato, prima della pausa e prima della sfida di andata degli ottavi di Champions Hockey League col Frölunda, con una vittoria del genere e con due prestazioni importanti non può che far crescere la fiducia di tutta la squadra.
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