Opinioni, 20 novembre 2018
Nicholas Marioli - Sì all'autodeterminazione, padroni in casa nostra
Il prossimo 25 novembre 2018 saremo chiamati alle urne per esprimerci, tra i vari temi, anche sull’iniziativa popolare denominata “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri” conosciuta anche come “Iniziativa per l’autodeterminazione”.
La proposta chiede sostanzialmente che la Costituzione federale abbia la priorità sui trattati internazionali.
In caso di incompatibilità tra di essi l’accordo dovrà in primis esser rinegoziato e in caso di mancato concordato dovrà di principio esser disdetto.
Le uniche eccezioni saranno per i trattati internazionali approvati dal popolo tramite referendum e i trattati internazionali obbligatori come ad esempio il divieto di tortura.
Qualora questa iniziativa venisse approvata rappresenterà una vera e propria svolta per il nostro Paese, in quanto il diritto svizzero e la volontà popolare saranno sancite quali basi imperative e in caso di contrasto con gli accordi internazionali, saranno quest’ultimi ad aver la peggio.
Questa proposta mira a salvaguardare un valore tipicamente svizzero: la sovranità nazionale.
Molte iniziative popolari votate democraticamente dal popolo non vengono attuate, o solo parzialmente, in quanto non sono in linea con alcuni trattati internazionali. L’esempio lampante è la votazione del 9 febbraio 2014 nella quale il popolo ha approvato l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”.
In questo caso il diritto estero ha avuto la meglio; dopo oltre quattro anni dall’esito popolare il compromesso “light” applicato è ben lungi dalla volontà
popolare.
Dobbiamo opporci con forza al diktat proveniente dall’estero e difendere in primis la nostra sovranità nazionale.
I danni nefasti creati al nostro settore terziario ed in particolare bancario sono sotto gli occhi di tutti.
I numerosi accordi con l’estero hanno smantellato completamente il segreto bancario recando delle problematiche importanti per le nostre banche e aziende e la perdita di molti di posti di lavoro.
Sono totalmente ridicoli coloro che oggi esercitano terrorismo psicologico contro questa iniziativa additandola come “dannosa per la piazza finanziaria e per l’economia” ma erano tra i fautori, in nome di una fallimentare globalizzazione, del deleterio accordo per lo scambio automatico di informazioni che ha a tutti gli effetti sancito lo smantellamento del segreto bancario.
Altro fattore importante è la difesa della nostra democrazia diretta.
Il nostro sistema democratico è invidiato da tutti i nostri vicini confinanti e anche oltre. Un valore aggiunto che, assieme al federalismo, ci viene invidiato da tutti i cittadini appartenenti ai paesi membri della deleteria e fallimentare Unione Europea.
Perché mai dovremmo mandare alle ortiche tutto questo?
In favore di una pseudoglobalizzazione come ci suggerisce quale politicamente corretto? No grazie.
Il prossimo 25 novembre 2018 nell’urna ci giochiamo un’opportunità importante. Diamo l’ennesimo segnale ai burocrati esteri che non siamo disposti a svenderci.
In poche e semplici parole: ritorniamo Liberi e Svizzeri.
Nicholas Marioli
Deputato in Gran Consiglio
Lega dei Ticinesi