I gilet gialli tornano a invadere il centro di Parigi. E la manifestazione assume adesso i caratteri di una protesta permanente, violenta e senza apparenti vie di dialogo. La richiesta dei manifestanti era chiara, almeno all’inizio: non voglio l’aumento del prezzo dei carburanti voluto da Emmanuel Macron. Ma adesso la questione è diversa: vogliono la caduta di Macron e del suo esecutivo.
Subito dopo le prime proteste, era apparso chiaro che non potesse trattarsi soltanto del caro-carburanti. Come viene ben spiegato qui, è la Francia profonda, marginalizzata da questa presidenza, a essere scesa in piazza. Non è solo l’aumento di alcuni centesimi sul costo di benzina e gasolio ad aver scatenato centinaia di migliaia di manifestanti che prima hanno paralizzato l’intero Paese e poi hanno invaso il centro di Parigi. C’è qualcosa di più profondo che anima la Francia.
È una protesta contro un governo e contro un presidente da cui la parte più vasta e profonda del Paese non solo non si sente rappresentata, ma anche totalmente esclusa. E adesso, questo sentimento è esploso con una violenza che in molti non si aspettavano. Sicuramente nemmeno la polizia francese, che per il secondo fine settimana consecutivo si è ritrovata il centro della capitale completamente messo a soqquadro da migliaia di manifestanti. E le violenze non accennano a diminuire, diventando ogni volto più feroci.
Ma se in Francia c’è un problema, come dimostrato in queste ultime ore, nel resto d’Europa la situazione rischia di essere tutt’altro che serena. L’arrivo dei gilet gialli a Bruxelles è stato un segnale abbastanza chiaro del tipo di sfida che rappresenta questo nuovo tipo di protesta per quei governi che rappresentano politiche che appaiono lontane dalle parti più profonde e radicali dei rispettivi Paesi.
Ieri, i manifestanti belgi, ispirati dal movimento francese, hanno bloccato il traffico di Bruxelles, paralizzandone il centro. La gente scesa in strada (meno di un migliaio dicono dal ministero dell’Interno) ha iniziato un fitto lancio di sassi nelle vicinanze degli uffici del premier Charles Michel. La polizia, per disperdere i manifestanti, ha usato i cannoni ad acqua e i lacrimogeni. E a pochi passi dal quartiere istituzionale dell’Unione