Svizzera, 14 gennaio 2019
I due "svizzeri" arrestati in Marocco radicalizzati alla moschea di Ginevra
L'inchiesta sul duplice omicidio di due turistie scandinave in Marocco (vedi articoli correlati) ha portato all'arresto di due persone con il passaporto svizzero, oltre a quello inglese in un caso e spagnolo nell'altro, che vivono nel Maghreb. Sabato, la "Tribune de Genève" ha rivelato che uno di loro era schedato dalla polizia francese come "fichè S" (persona potenzialmente pericolosa per la sicurezza nazionale) e che i due uomini si erano incontrati alla moschea di Petit-Saconnex, a Ginevra.
Dal marzo 2018, la moschea ha una nuova direzione. Prima, la moschea ha avuto anni difficili. Diversi "fichè S" hanno operato come imam o come agenti di sicurezza, scrive sempre la "Tribune de Geneve". È in questo contesto che un gruppo di giovani, incluso almeno uno degli arrestati, si è progressivamente radicalizzato.
"Ci sono bombe a orologeria
di cui non sappiamo nulla"
"Ci sono stati grandi fallimenti, una totale mancanza di sorveglianza che ha permesso ad alcune persone di incontrarsi lontano da occhi indiscreti" afferma Hasni Abidi, specialista del mondo arabo. Una situazione che non sarebbbe più rilevante: "Ora c'è un più serenità. La moschea ha promesso un cambiamento che deve passare attraverso la promozione di un Islam aperto e moderato. Questa è la sua ultima possibilità " continua.
Tuttavia "la nuova squadra eredita bombe a orologeria di cui non sappiamo nulla" sostiene Hafid Ouardiri, direttore della "Fondation de l'Inter-connaissance", che ha contatti con i responsabili della moschea. Ouardiri ritiene che "il lavoro da fare sia enorme", ma assicura che la nuova squadra si sarebbe impegnata a una "trasparenza assoluta".