Sono passati sette mesi dal caso Aquarius, quando l'Italia di Matteo Salvini negava lo sbarco alla nave Aquarius e ai suoi 600 migranti e allo stesso tempo la Spagna del socialista Sanchez l'aveva accolta a braccia aperte. Allora, per molti e probabilmente anche per gli stessi socialisti spagnoli, poteva essere più che altro un atto simbolico che non avrebbe avuto ripercussioni sulle dinamiche dell'immigrazione, che vedono da anni l'Italia, insieme alla Grecia, principale porta d'ingresso dell'immigrazione illegale dall'Africa e dal medio oriente. Invece la vicenda Aquarius segnalò a scafisti, ONG e agli stessi migranti che la rotta per l'Europa da allora sarebbe stata la penisola iberica e non più quella italiana.
E così non ci è voluto molto per la Spagna diventare il primo paese d'arrivo dei clandestini in arrivo dal continente africano. Le cifre parlano da sole : quasi 60'000 arrivi nel 2018 , il triplo dell'Italia. E in una parabola che ricorda la sinistra italiana, la Spagna socialista si è trovata a far fronte agli stessi problemi che l'Italia ha dovuto affrontare e sta ancora affrontando : crimini e problemi di ordine pubblico che i media spagnoli e internazionali hanno sì cercato di nascondere e minimizzare ma di cui l'opinione pubblica spagnola è sempre più cosciente. I video degli sbarchi di clandestini in mezzo ai turisti e agli spagnoli in spiaggia hanno fatto il giro del mondo, e come li abbiamo visti noi li hanno visti moltissimi spagnoli. Il video del turista americano praticamente linciato in pieno giorno in centro a Barcellona da un gruppo di africani per aver difeso una donna che stavano molestando è finito sulle prime pagine di tutti i tabloid inglesi, e di riflesso anche a Valencia e Siviglia qualcosa è arrivato.
Non è quindi un caso se la destra anti-immigrazionista e sovranista, di cui fino all'anno scorso in Spagna praticamente non vi era traccia, è