Ticino, 23 gennaio 2019

100 milioni per le Officine, "e per le migliaia di licenziati della piazza finanziaria un calcio nel deretano"

Il Gran Consiglio ha approvato ieri, a larga maggioranza (55 a favore, 10 contrari e 12 astenuti), un credito da 100 milioni per le Nuove Officine di Bellinzona, credito che si aggiunge a quello di 20 milioni di franchi concesso dal Consiglio comunale di bellinzona lo scorso ottobre.

Ma, nonostante l'ampio sostegno al credito, non sono mancate le voci critiche al credito, sia dentro che fuori il parlamento. Il leghista Daniele Caverzasio, pur annunciando il suo appoggio e quello del suo gruppo parlamentare, ritiene che "100 milioni di franchi per 200 posti di lavoro sono tanti" e che diversi nel suo gruppo non hanno votato "con leggerezza". Critiche anche dall'estrema sinistra (i deputati dei verdi, MpS e PC sono fra i contrari) che in sostanza ritengono il credito una cambiale in bianco alle FFS e che il progetto sia ancora troppo nebuoloso e non abbia le necessarie garanzie per essere approvato.

Un'altra voce critica di peso è quella del Consigliere nazionale Lorenzo Quadri, il quale denuncia quella che ritiene essere un "sistema dei due pesi e delle due misure", dove alcuni lavoratori vengono sostenuti dalla politica cantonale mentre altri verrebbero dimenticati.

"Ogni posto di lavoro è prezioso – scrive Quadri sulla sua pagina Facebook - e proprio per questo
mi dà molto fastidio quando gli impieghi vengono trattati col sistema dei due pesi e delle due misure. E succede sempre" per poi citare quale esempio i due casi, avvenuti a pochissima distanza l'uno dall'altro, dei licenziamenti alla Ferrovia del Monte Generoso i quali sono stati condannati aspramente da esponenti politici e sindacati e hanno goduto di un'ampia copertura mediatica mentre i licenziamenti quasi contemporanei di nove dipendenti alla Intervalves technlogies di Biasca sarebbero stati quasi del tutto ignorati.

Un'altro paragone che fa Quadri, molto più grande in termini di persone coinvolte, è quello con i dipendenti della piazza finanziaria, licenziati in seguito alla crisi finanziaria del 2008 e al successivo allentamento del segreto bancario, per i quali la politica ticinese non ha trovato soluzioni ad hoc come quella approvata ieri dal Gran Consiglio per le Officine. "Per i dipendenti della piazza finanziaria rimasti a casa, e che rimarranno a casa in futuro, altro che maxicrediti a 8 zeri; un calcio nel tafanario e tanti saluti" scrive ancora il municipale luganese, per poi concludere laconicamente e con una punta di ironia che per i dipendenti della piazza finanziara "sa po' fa nagott! Chiedete la disoccupazione e poi c'è sempre l'assistenza..."  

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