I kompagni spalancatori di frontiere, assieme ad ex partitone e PPDog, hanno affossato la preferenza indigena votata dal popolo, che era condizione indispensabile per l’introduzione del salario minimo in Ticino
Come da copione, visto che ormai le elezioni si avvicinano, i kompagni ed i verdi-anguria (verdi fuori, ro$$i dentro) adesso starnazzano perché in Gran Consiglio il salario minimo è nuovamente entrato in fase di stallo, e perché comunque vivendo in Ticino con 3000 Fr al mese non si va lontano (eufemismo).
Chiaramente il P$, sedicente “grande difensore delle donne”, tenta di sviare l’attenzione dallo scandalo degli abusi sessuali commessi rispettivamente imboscati da suoi esponenti, saldamente incadregati nella gerarchia del partito e da esso premiati con cariche pubbliche.
Sicché, cari Sinistrati, prima di mettersi a strillare, è forse il caso di cominciare a fare pulizia in casa.
Se poi pensiamo che l’ex funzionario pluriabusatore P$ “innominabile” (perché del partito “giusto”, con gli amici “giusti”: altro che a favoletta della protezione delle vittime) - non farà un giorno di prigione; -percepisce ancora il lauto stipendio pagato dal solito sfigato contribuente; -se ne andrà in prepensionamento tranquillo come un tre lire; -ha addirittura beneficiato dell’avvocatod'ufficio...
Chi ha rottamato la preferenza indigena?
Comprensibile dunque il tentativo del P$, chiaramente in difficoltà (e ci sarebbe mancato altro) di prodursi in manovre diversive attaccandosi alla telenovela del salario minimo. Con il Consigliere di Stato Manuele “La scuola che NON verrà” Bertoli in prima fila a sbreccare dalla sua paginuzza di faccialibro (facebook). Peccato che si tratti di un nuovo autogoal!
0 Sinistrati, CHI ha affossato la preferenza indigena votata dal popolo perché “ bisogna aprirsi” e perché “ Prima i nostri è roba da beceri razzisti e xenofobi ”? Il Gigi di Viganello? O forse è stato il triciclo PLR-PPD-PSS con il vostro contributo entusiasta?
Il salario minimo senza preferenza indigena non sta in piedi. Sono due facce della stessa medaglia. Cari kompagnuzzi, cosa pensate che succederebbe introducendo il salario minimo nell’attuale regime di devastante libera circolazione delle persone senza limiti, regime voluto e difeso da voi?
Non c’è bisogno di essere dei premi Nobel per l’economia per scoprirlo: 1 ) Salario
minimo che comunque ai ticinesi non permette di vivere, mentre per i frontalieri costituirebbe la manna dal cielo, con paghe che nel Belpaese nemmeno si sognerebbero; logica conseguenza: 2) ulteriore assalto alla diligenza del mercato del lavoro ticinese da parte di frontalieri, a scapito dei residenti. 3) Pressione al ribasso sulle paghe dei ticinesi con tendenza ad appiattirle sul salario minimo; 4) Salario minimo aggirato alla grande, specie da aziende italiche, tramite frontalieri assunti al 50% ma che poi in realtà lavorano al 100%.
Servono meccanismi compensatori
Altrimenti detto: Salario minimo senza preferenza indigena uguale regalo ai frontalieri da un lato, stipendi comunque insufficienti per i ticinesi dall'altro.
E non solo serve la preferenza indigena, ma servono