Qualcuno l’ha definito una delle pagine più emozionanti dell’hockey svizzero. Ma non solo: questo evento ha acceso una miriade di discussioni sul tema dell’overtime ad oltranza, quello che da una vita sta animando la prestigiosa NHL. E per capire se l’introduzione di questa novità (in vigore già dalla scorsa stagione) possa effettivamente portare dei vantaggi (soprattutto sul piano dello spettacolo) al nostro hockey abbiamo interpellato Elias Bianchi e Raffaele Sannitz, attaccanti di Ambrì Piotta e Lugano.
Elias Bianchi: “Buona scelta”
Elias Bianchi, qual è il suo giudizio sull’overtime ad oltranza?
Credo che chi ha deciso di introdurre questa regola abbia fatto bene. Penso che sia più giusto decidere la partita con una giocata e non con i rigori. Capisco che l’overtime ad oltranza costringe gli addetti ai lavori e il pubblico a sforzi incredibili, ma se si vuole “rinnovare” l’hockey bisogna scegliere questa soluzione. Lo spettacolo e le emozioni aumentano e questo a mio avviso è un bene. Quello che secondo me deve invece cambiare è il metro di giudizio degli arbitri. Contro di loro non ho assolutamente nulla, tuttavia nel match-record tra Ginevra e Berna ho visto delle disparità di trattamento che a mio avviso non ci dovevano stare. Se ci sono delle penalità queste vanno fischiate, anche durante l’extra time. Comunque ben venga questa regola, perché perlomeno si premia chi indovina l’azione giusta.
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Andare all’overtime ad oltranza però implica un dispendio di energie veramente notevole, che rischia di incidere senza dubbio sulle gambe dei giocatori. L'hockey svizzero è diventato uno dei più competitivi d’Europa ma non è certo la NHL…
In Nordamerica è da una vita che vanno avanti così e nessuno si è mai lamentato. Credo che tutto faccia parte del gioco, le regole vanno accettate. Anche qui in Svizzera. Cambiare del resto non è un reato.
Andare all’overtime ad oltranza però implica un dispendio di energie veramente notevole, che rischia di incidere senza dubbio sulle gambe dei giocatori. L'hockey svizzero è diventato uno dei più competitivi d’Europa ma non è certo la NHL…
In Nordamerica è da una vita che vanno avanti così e nessuno si è mai lamentato. Credo che tutto faccia parte del gioco, le regole vanno accettate. Anche qui in Svizzera. Cambiare del resto non è un reato.
L’overtime ad oltranza era dunque auspicabile.
Difficile dire se, sul piano puramente tecnico, sia veramente necessario, di certo è un’appendice che aumenta notevolmente le emozioni e di conseguenza il tono agonistico della partita. E poi, meglio fare la differenza su azione che ai rigori, su questo non ci piove.
Raffaele Sannitz: “Non oltre i due…”
Raffaele Sannitz, tocca a te…
Da una parte è giusto che una partita non si decida subito ai rigori perché a prevalere deve essere la squadra e non il singolo, specie quando la stagione arriva nella sua fase più calda. Tuttavia a tutto c’è un limite perché andare ad oltranza significa spendere un sacco di energie che poi paghi alla distanza. Quindi potrei pensare a due tempi supplementari di venti minuti e poi ai rigori.
Quindi, chi dice che gli overtimes ad oltranza fanno bene allo spettacolo sbaglia…
In un certo senso sì, proprio perché quando comincia ad aumentare la stanchezza viene a mancare anche la lucidità. Certo, c’è la grande emozione del pubblico, l’attesa spasmodica delle due squadre che attendono solo l’errore dell’avversario, ma sul piano puramente dello spettacolo il gioco inevitabilmente manca.
Lei pensa che si possa rivedere la formula?
Difficile rispondere, penso di sì, ma questo compito spetta alle varie commissioni tecniche della Lega Svizzera di hockey. Noi giocatori ci dobbiamo evidentemente adeguare. Spero comunque che si sappia trovare una migliore formula. Vedremo cosa succederà nei prossimi anni.
G.M.
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