Svizzera, 04 aprile 2019

I milioni del Qatar inondano i centri islamici in Svizzera (di cui uno a Lugano)

Emirato del Qatar finanzia diversi centri islamici in Svizzera, più precisamente a Prilly (canton Vaud), La Chaux-De-Fonds (NE), Bienne (BE) e a Lugano.

È ciò che sostengono i giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot, autori de libro “Qatar Papers”, in uscita proprio oggi 4 aprile, di cui il portale romando “24 heures” ha pubblicato ieri un resoconto.

I giornalisti si appoggiano su documenti trafugati dalla Qatar Foundation, una ONG finanziata dalla famiglia degli Emirati attualmente al potere. Questi documenti proverebbero il ruolo del Qatar nel finanziamento di reti legate ai Fratelli Musulmani, un'organizzazione islamica presente in quasi tutti i paesi occidentali.

Fra i beneficiari di questi finanziamenti ci sarebbe anche Tariq Ramadan, un islamista egiziano con la cittadinanza svizzera, spesso ospite della televisione svizzera romanda che lo presentava come volto dell'islam “moderato”, prima che questi cadesse in disgrazia a causa di accuse di molestie sessuali. Il libro riporta le entrate e il salario di Tariq Ramadan, pari a 35'000 euro al mese come “consulente” della Qatar Foundation. Ramadan, precisa il libro, avrebbe ricevuto inoltre 19'000 euro da parte di organizzazioni della sezione svizzera della Lega dei musulmani, con sede a Prilly.

Questi importi non sono però nulla in confronto a ciò che il Qatar finanzia in tutta Europa. Un documento interno risalente al 2014 elenca 113 progetti di moschee e centri islamici, finanziati con una somma di 71 milioni di euro dall'ONG, poco meno di un terzo del loro costo totale. Secondo quanto
riferito, in Svizzera, il Qatar ha iniettato oltre 3,6 milioni di euro in cinque progetti a Prilly, Bienne, La Chaux-de-Fonds e Lugano.

Per l'esperto italiano Lorenzo Vidino, contattato da “24 heures”, le rivelazioni del libro permettono di misurare con precisione l'estensione del sostegno del Qatar alla rete europea dei Fratelli Musulmani. "Nessuno ha accesso a finanziamenti così importanti", afferma Vidino. Questo denaro può "dopare con steroidi" questo movimento di fronte alla concorrenza di altre correnti islamiche attive in Europa.

Ma è davvero un problema, si chiede “24 heures”? Dopo tutto, sostiene la pubblicazione romanda, i Fratelli e i loro sostenitori si presentano come rappresentanti di un Islam moderato, lontano dal salafismo in salsa saudita, più lontano dal jihadismo di Al-Qaida o dallo Stato islamico.

Ma Georges Malbrunot, coautore del libro, sollecita la prudenza. Secondo lui, i fratelli musulmani e i loro sostenitori del Qatar mirano a creare una "micro-contro-società" attraverso la "ri-islamizzazione" delle comunità musulmane in Europa. Con una visione chiaramente politica dell'Islam che mira, in definitiva, a una forma di egemonia globale.

In particolare, ritiene Malbrunot, questo movimento "è l'unico ad avere un tavolo aperto con le autorità, i sindaci, in Francia in particolare, e ad avere una vera capacità di influenza e di proiezione".

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