Mondo, 18 aprile 2019
Il premier libico: "Dalla Libia 800mila migranti pronti a partire per l'Europa se non si risolve la crisi"
Guerra in Libia, mentre sale il bilancio degli scontri (147 morti, 614 feriti e 16mila sfollati) tra le forze del governo di Sarraj e quelle del generale Haftar, si moltiplicano i contatti diplomatici, specie tra l'Italia e i paesi arabi, per trovare una soluzione all'impasse mentre il premier libico, probabilmente per mettere pressione sulla comunità internazionale, Europa e Italia in primis, in modo che intervengano in suo aiuto di fronte all'aggressione del rivale Haftar.
Salvini: Porti rimangono chiusi
"Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere". Ha detto a Monza il ministro dell'Interno Matteo Salvini . "Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Consiglio dei Ministri e faremo una franca discussione - ha proseguito - I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai mercanti di esseri umani". Il riferimento di Salvini è a una recente diatriba tra Salvini stesso e la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, la quale aveva evocato la possibilità che i migranti provenienti dalla Libia fossero da considerare come rifugiati da accogliere.
Sarraj: 800mila migranti in Europa
"Fate presto" è il monito lanciato all'Europa e all'Italia dal
premier libico Fayez al Sarraj in un intervista al Corriere della Sera. Perché il peggioramento della situazione in Libia potrebbe spingere "800mila migranti e libici a invadere l'Italia e l'Europa", tra questi ci sarebbero criminali e jihadisti legati a Isis. Sarraj, poi in un altra intervista a Repubblica, ringrazia "l'Italia per aver tenuto aperta l'ambasciata, per mantenere in funzione l'ospedale da campo a Misurata, per il supporto politico che il governo Conte ci sta offrendo". "Siamo di fronte a un'aggressione - prosegue il leader libico - che potrà diffondere il suo cancro in tutto il Mediterraneo. C'è bisogno che Roma e l'Ue siano unite e ferme nel bloccare la guerra di aggressione di Haftar, che ha tradito la Libia e la comunità internazionale".
"Non permetteremo mai che 800'000 migranti arrivino in Italia dalla Libia". Avverte da parte sua il vicepremier Luigi Di Maio. "Non si può fare con le politiche adottate fino ad ora - ha sottolineato - bisogna farlo insieme all'Europa con una politica di redistribuzione e cooperazione per stabilizzare quel paese ed evitare fughe in avanti nel governo". "Probabilmente la cifra gli serve anche a svegliare l'attenzione della comunità internazionale che dorme" ha invece commentato Salvini in un'intervista a Radio Radio.
Fonte: ilquotidiano.net