Mondo, 08 luglio 2019
"Vogliamo internet e cibo migliore", rivolta in un centro per richiedenti l'asilo a Roma
Venerdì pomeriggio decine di poliziotti sono stati inviati in un centro di espulsione per richiedenti l'asilo a Roma per motivi di ordine pubblico, a causa di una sommossa all'interno della struttura.
Qualcuno ha appiccato il fuoco a materassi e lenzuola, obbligando gli addetti alla sicurezza interna a intervenire per spegnere l'incendio ed evitare il peggio. Gli ospiti, secondo quanto riportano media italiani sulla base di un comunicato del Sindacato della polizia, si lamentavano per il cibo scarso, l'assenza di internet e di telefoni cellulari.
Alcuni si si tagliano braccia e gambe con delle lamette da barba e distruggono gli armadi. “Abbiamo usato gli estintori - raccontano gli agenti di polizia - ma eravamo troppo pochi per tenerli a bada”. Nella confusione una trentina di persone tenta la fuga. Alcuni di loro vengono raggiunti e bloccati dopo qualche metro, altri a chilometri di distanza. “Sono fuggiti in mezzo alla campagna. Finché c'era
luce siamo riusciti a trovarli. Ma quando è calato il buio...”, ammettono i poliziotti.
Fra i dodici che sono riusciti a far perdere le proprie tracce nella campagna fuori dalla capitale italiana ve ne sarebbe anche uno schedato dalla polizia antiterrorismo.
A rendere nota la notizia, come detto, è il Sindacato autonomo della polizia (Sap) che in un comunicato ha espresso “solidarietà ai colleghi del Reparto mobile e dell’Ufficio immigrazione”, e lancia l'allarme sull'”ennesimo episodio di violenza che ha messo a rischio l'incolumità degli stessi poliziotti”. “Una situazione paradossale - lamenta Stefano Paoloni, segretario generale del Sap -, il centro di identificazione ed espulsione per i clandestini, non un centro per richiedenti asilo, è a pieno regime. Parliamo di persone che sanno di essere espulse dall'Italia presto o tardi e che non hanno nulla da perdere”.