Sport, 27 dicembre 2019
Davos e la Spengler… dove nacque un Lugano da finale
Nel 2015 i bianconeri dopo 24 anni fecero ritorno in terra grigionese per il torneo natalizio: nell’atto conclusivo si arreso al Team Canada ma da lì nacque un gruppo che sfiorò il titolo nazionale
DAVOS – Ieri è iniziata la nuova edizione della Coppa Spengler, un’edizione che si è aperta col botto per i colori ticinesi, vista l’ottima vittoria ottenuta dall’Ambrì per 4-1 contro i russi dell’Ufa. Un successo caratterizzato non solo dalle reti ottenute in pista, ma anche dal calore, dal folklore dei tifosì biancoblù sotto le volte della Vaillant Arena e lungo le strade di Davos.
La Spengler, però, richiama dolci ricordi anche per il Lugano. Fu proprio in terra grigionese che i bianconeri nel 2015, alla loro prima apparizione dopo la finale persa nel 1991, riuscirono a trovare l’amalgama giusta che poi servì per giungere in finale nei playoff quando si arresero al Berna. Quello era il Lugano di Martensson, di Klasen e Pettersson, di Stapleton e Pettersson, di Brunner e Furrer, di Kienzle (che passò alla storia per la litigata con DiDomenico nell’atto conclusivo del 31 dicembre) e di Hirschi, di Merzlikins, che venne rinforzato dai difensori Glenn e Spang e dal portiere Owuya.
Quello era un Lugano allenato da Shedden che era da poco subentrato a Patrick Fischer, era una squadra che qualche settimana dopo si sarebbe completata con l’arrivo di Lapierre… verrebbe da dire… altri tempi. Eppure quel Lugano era giunto a Davos con tanti dubbi, con diversi problemi visto l’inizio complicato in campionato, che però in terra grigionese si seppe ritrovare, si seppe ricostruire e seppe creare un

amalgama speciale che risultò determinante al fine del campionato.
In quell’edizione della Spengler i bianconeri si imposero all’esordio per 6-3 contro l’Adler Mannheim – dopo aver recupero uno 0-3 iniziale – e si inchinarono per 4-6 al cospetto dello Jokerit Helsinki, qualificandosi comunque per primi nel Gruppo Torriani, trovando in semifinalel’Avtomobilist Ekaterinburg. Superati per 3-0 i russi, Reuille e compagni riassaporarono il gusto di disputare una finale a distanza di 9 anni da quella di campionato vinta contro il Davos.
Nell’ultimo atto, nonostante la doppietta di Hofmann e la rete di Chiesa, si dovettero arrendere al Team Canada che si impose per 4-3 grazie al sigillo decisivo dell’attuale leventinese Matt D’Agostini. Fu comunque una settimana importante per i ragazzi della presidente Mantegazza che da lì in poi trovarono convinzione e gioco, recuperando terreno in campionato, affrontando alla grande i playoff dove eliminarono prima lo Zugo, poi il Ginevra, per poi affrontare il Berna e arrendersi in 5 partite agli Orsi.
Ma quell’edizione della Spengler, bissata l’anno successivo da un’altra partecipazione e da un’altra sconfitta in finale per mano dello stesso Team Canada, resterà un punto di partenza importante per quella squadra e un ricordo piacevole per i tifosi luganesi che, nonostante l'assenza del tifo organizzato, invasero Davos con i loro colori, il loro tifo e i loro cori.