Svizzera, 02 settembre 2020
Quasi 20 anni di carcere per aver ucciso un'escursionista incontrata per caso
Un cittadino bulgaro è stato condannato venerdì a Bienne a 19 anni di carcere per aver ucciso un'escursionista scelta a caso in una foresta a Orpond, sempre nel canton Berna, nel 2016. Scontata la pena per l'uomo seguirà l'internamento a causa dell'alto rischio di recidiva.
Il tribunale del giura bernese ha giudicato l'uomo, che ha quarant'anni, colpevole di omicidio. "L'imputato ha mostrato barbarie ed è stato crudele con la sua vittima", ha detto il presidente del tribunale Maurice Paronitti alla lettura della sentenza.
La vittima di 66 anni era stata trovata da un altro escursionista in un bosco a Orpond nel luglio 2016. La donna era stata uccisa con un'ascia mentre portava a spasso il cane dopo aver ricevuto circa 15 colpi alla testa. Gli inquirenti hanno escluso un'aggressione di natura sessuale o un crimine passionale, in quanto l'omicida e la vittima non si conoscevano.
L'uomo ha poi preso dal marsupio della vittima le chiavi della sua auto prima di darsi alla fuga. In precedenza aveva tentato di nascondere il corpo della vittima, con il cane ancora legato al guinzaglio alla sua padrona morta. Qualche giorno dopo era stato arrestato nella regione di Sciaffusa.
A incastrare il quarantenne sono state tracce di DNA trovato sul manico dell'arma del delitto e sul sacco a pelo della vittima. L'imputato da parte sua ha

negato i fatti e ha dato spiegazioni a volte inverosimili.
"Si è rinchiuso nella totale negazione", ha detto il presidente della corte, constatando la particolare mancanza di scrupoli dell'imputato e il suo odioso movente. L'imputato ha ammesso di aver alloggiato solo in una capanna di tronchi nella foresta dove è stato scoperto il corpo.
Secondo il magistrato, la vittima si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. "L'imputato andò dietro a questa povera donna", ha aggiunto. Riferendosi alle molestie subite dalla vittima, Maurice Paonitti ha detto che è stato dimostrato alla corte che l'imputato ha deciso di finire la vittima.
"Una condanna da sola non basta a rimuovere il pericolo", ha detto il presidente Maurice Paronitti, aggiungendo che l'internamento è necessario a causa dell'"evidente pericolo di recidiva". Una perizia psichiatrica conclude che egli soffre di una grave forma di disturbo di personalità corrispondente al concetto di psicopatia.
L'imputato è stato inoltre detenuto in detenzione preventiva per quattro anni ed è stato giudicato colpevole, tra gli altri reati, di furto, violazione di domicilio, danni alle cose e soggiorno illegale. Per questi reati è stato condannato a un anno di reclusione, di conseguenza la pena detentiva totale ammonta a 20 anni.