La Svizzera deve sciogliere il Consiglio centrale islamico in Svizzera (CCIS) presieduto da Nicolas Blancho e Qaasim Illi, recentemente condannati per propaganda proibita in favore di Al Qaida e di altre organizzazioni estremiste. È quanto chiede il Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri in un’interpellanza al Consiglio federale. Secondo Quadri il CCIS continua a perpetrare "campagne via social che aizzano il clima in Francia, che sfocia poi nei bestiali omicidi perpetrati da estremisti islamici”. Oltre a chiedere che il CCIS venga messo fuorilegge, Quadri chiede che vengano proibiti i finanziamenti esteri a moschee e centri culturali islamici.
A questo si aggiunge che il riferimento alla recente condanna da parte del Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona di Nicolas Blancho e Qaasim Illi”, definiti da Quadri “esponenti di punta del Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS)”, a rispettivamente 15 e 18 mesi di detenzione con la condizionale. Pena che è stata inflitta “per propaganda proibita in favore di Al Qaida e di altre organizzazioni estremiste”, con i due imputati che non si sono presentati in aula alla lettura della sentenza, secondo Quadri “a dimostrazione della considerazione in cui tengono la legislazione svizzera ed il nostro Stato di diritto. Evidentemente si riconoscono in altre regole (islam politico)”.
Per l'esponente leghista "il pericolo costituito dall’estremismo islamico è palese. La tragica ed allarmante escalation degli eventi in Francia lo dimostra. La Svizzera non può certo ritenersi al sicuro da attentati: a metà settembre ha registrato il primo morto a Morges. La nuova legge antiterrorismo - peraltro sottoposta a referendum da parte di ambienti di sinistra - fornisce alcuni strumenti, ma non può certo dirsi sufficiente”. Per questo non solo il CCIS andrebbe messo fuorilegge ma il Consiglio federale dovrebbe anche decretare il finanziamento estero delle moschee e centri culturali islamici in Svizzera.
Di seguito l'interpellanza integrale inoltrata da Lorenzo Quadri:
Interpellanza al Consiglio federale
Dopo la condanna penale a carico dei suoi vertici, il sedicente “Consiglio centrale