Torniamo tuttavia in argomento e tanto per rispondere alla domanda: “ma è meglio il Lugano odierno o quello che fu di Gimenez e Rossi?”, noi diciamo che sono “belli entrambi, ognuno a modo suo”.
Una presa di posizione che parrebbe molto democristiana e che in realtà non esclude aprioristicamente che ci siano delle similitudini fra le due entità. A livello mentale, tanto per cominciare.
Oggi come ieri conta molto la dedizione a favore e unicamente della squadra; i personalismi sono banditi. Oggi come ieri l’applicazione tattica è un’arma imprescindibile:
rigorosa, studiata nei minimi dettagli, ogni giocatore sa cosa deve fare. Lo schema (o la strategia) è uno sola: difesa arcigna, robusta e ripartenze o contropiede che dir si voglia. Una filosofia discutibile e che da sempre divide gli appassionati.
In Italia eccellenti giornalisti come Gianni Brera (difensivista) e Gino Palumbo (fautore di un calcio a tutto campo) si affrontarono a colpi di editoriali e con toni anche velenosi per difendere il loro pensiero.
Le somiglianze si esauriscono qui. Certo, perché “quel” Lugano aveva un tasso tecnico secondo noi superiore ed una “colonna vertebrale” - come ci ricorda un giovane collega - di prim’ordine e difficilmente imitabile alle nostre latitudini (Razzetti, Zagorcic, Bastida e il tandem dei sogni Gimenez-Rossi). Il Lugano di Maurizio Jacobacci esibisce tuttavia una sfrontatezza e una vivacità straordinarie, che ne fanno una delle migliori realtà del calcio svizzero. E chissà che non siano proprio queste caratteristiche che alla fine gli permetteranno di riportare il titolo di campione svizzero sulle rive del Ceresio, ormai mancante dal 1949. Il Lugano come il Leicester? Ipotesi tutt’altro da scartare. Sognare non costa niente.
In Italia eccellenti giornalisti come Gianni Brera (difensivista) e Gino Palumbo (fautore di un calcio a tutto campo) si affrontarono a colpi di editoriali e con toni anche velenosi per difendere il loro pensiero.
Le somiglianze si esauriscono qui. Certo, perché “quel” Lugano aveva un tasso tecnico secondo noi superiore ed una “colonna vertebrale” - come ci ricorda un giovane collega - di prim’ordine e difficilmente imitabile alle nostre latitudini (Razzetti, Zagorcic, Bastida e il tandem dei sogni Gimenez-Rossi). Il Lugano di Maurizio Jacobacci esibisce tuttavia una sfrontatezza e una vivacità straordinarie, che ne fanno una delle migliori realtà del calcio svizzero. E chissà che non siano proprio queste caratteristiche che alla fine gli permetteranno di riportare il titolo di campione svizzero sulle rive del Ceresio, ormai mancante dal 1949. Il Lugano come il Leicester? Ipotesi tutt’altro da scartare. Sognare non costa niente.
RED.