Svizzera, 07 dicembre 2020
Coronavirus: "restrizioni ovunque, tranne che alle frontiere?"
*Interpellanza di Lorenzo Quadri al Consiglio Federale
Coronavirus: restrizioni ovunque, tranne che alle frontiere? Il consigliere federale Berset ha minacciato taluni Cantoni pretendendo l’introduzione di ulteriori restrizioni alla popolazione ed alle attività economiche, con l’obiettivo di ridurre i contagi da covid19. Intanto però in numerose località si registrano continui assembramenti di centinaia di persone, spesso giovani, senza alcuna osservanza delle misure di sicurezza sanitaria; e la polizia non interviene per motivi di “proporzionalità”.
Altre persone si riuniscono per motivi futili in incontri privati non controllati e non controllabili, senza osservare le disposizioni di sicurezza. Inoltre, nessuna restrizione viene applicata all’accesso di frontalieri e padroncini. Per quel che riguarda il Ticino, degli oltre 70mila frontalieri presenti sul territorio cantonale solo una piccola percentuale svolge compiti fondamentali, ad esempio nel settore sanitario. Nulla osta a delle limitazioni d’accesso a seconda dell’ambito d’attività. Inoltre, in Ticino chiunque entra liberamente dall’Italia per qualsiasi motivo, dal momento che non vengono svolti controlli in dogana. Questa totale mancanza di limitazioni agli ingressi dall’Italia ha ovvie conseguenze anche sull’occupazione
dei mezzi pubblici, sugli assembramenti, eccetera. L’imposizione alla popolazione di misure sempre più restrittive non ha alcun effetto su chi si dimostra privo di responsabilità, mentre vessa inutilmente chi già si attiene con scrupolo alle regole sanitarie. Il nuovo giro di vite ha poi tutta l’aria dell’ennesima genuflessione federale a pressioni internazionali.
E’ inoltre deludente che, diversamente da altri paesi, la Svizzera non intenda procedere a dei test rapidi a tappeto, proprio per evitare ulteriori restrizioni.
Chiedo al CF: - Le minacciate nuove restrizioni sono il risultato dell’ennesimo cedimento del CF davanti a pressioni internazionali?
- Perché le restrizioni non toccano i transiti transfrontalieri? Come si conciliano le frontiere svizzere perennemente spalancate con misure sempre più rigide imposte alla popolazione residente?
- Se “occorre ridurre i contatti”, non ritiene il CF che ridurre l’ingente numero di pendolari (70mila frontalieri più migliaia di padroncini) che ogni giorno entrano in Ticino, Cantone di 350mila abitanti, sarebbe coerente con questo obiettivo? Si temono forse reazioni da parte dell’Italia, la quale però ha praticamente chiuso le proprie frontiere?
*Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi