La fattura Serafe non dovrebbe esistere. Un'opinione questa, che si attribuisce solitamente a persone e politici a destra dello scacchiere politico. In Parlamento infatti, sono i politici di UDC e parte del PLR, che si battono per diminuire il canone radiotelevisivo, quindi la fattura serafe, a 200 franchi dagli attuali 365. Eppure c'è un Consigliere nazionale socialista che vuole anch'egli abolire la fattura Serafe. Si tratta del grigionese Jon Pult, che se non è d'accordo con l'iniziativa che vuole ridurre il canone, si dice d'accordo che la fattura Serafe, come mezzo di finanziamento per i media pubblici, non ha futuro. In un'intervista accordata al giornale friborghese “La Libertè”, Pult sostiene che la riscossione del canone tramite Serafe dovrebbe essere abolito e sostituito con un prelievo sull'IVA.
“Qualunque sia il risultato del voto sul canone a 200 franchi, la fattura Serafe avrà sempre un problema di accettazione da parte della popolazione” afferma Pult. Secondo lui, ad esempio, i giovani, “per cui è ormai normale un accesso gratuito all'informazione”, non la capiscono. “Il canone come lo conosciamo oggi non ha futuro”, continua il grigionese, che propone che, per finanziare i media pubblici bisognerebbe aumentare di 0,3-0,4 punti l'aliquota IVA (8,1% nel 2024). L’IVA è spesso criticata dai socialisti perché considerata un’imposta antisociale. L'eletto si dice consapevole di ciò, ma ribatte che questa tassa resta “molto più giusta della fattura”.
Per il momento si tratta solo di un'idea che verrà discussa più seriamente a Berna a partire da gennaio. Il Consiglio federale ha annunciato di voler abbassare la tassa a 300 franchi dal 2029 per contrastare l’iniziativa che chiede un abbassamento a 200 franchi.