Sport, 26 aprile 2021

No al calcio per soli ricchi e all’ipocrisia della FIFA

La ventilata creazione della Super Lega (che certamente non si farà) agita le coscienze

LUGANO - La Super Lega di calcio, specie di salotto ovattato per ricchi potentati della pelota, è già finita. La rivolta di improvvisati “masanielli” (tifosi, giornalisti, allenatori e giocatori) ha mandato all’aria i piani di Florentino Perez, Andrea Agnelli e degli accoliti che pretendevano di formare una elite di intoccabili e unici beneficiari dei soldi provenienti da quel maledetto mostro moderno che si chiama “diritto TV”. 


I 12 club aderenti hanno perso pezzi per strada: prima gli inglesi, messi sotto pressione dal pubblico, poi via via le spagnole (meno il Real) e alla fine anche dall’Italia sono arrivate, timide per altro, le rinunce. Il no al calcio dei ricchi è stato planetario (si fa per dire): ovunque si sono levate proteste dure. Anche dal palazzo sono giunte, puntuali, le minacce: o date un calcio alle vostre egoistiche ambizioni, o vi mettiamo al bando.


La FIFA, l’UEFA, Infantino e Ceferin. Quel progetto che voleva snaturare l’essenza di questo sport é stato rimesso nel cassetto, anche se è nostra impressione che siamo solo agli inizi di una lungo braccio di ferro, perché prima o poi Perez e portaborse torneranno alla carica. Ma intanto vediamo più concretamente le posizioni dei due fronti, partendo da Andrea Agnelli,che nei giorni scorsi ha spiegato i motivi che hanno spinto i grandi d’Europa a chiudere una legachiusa.


FAVOREVOLI
Secondo il presidente della Juventus, non c’è nulla di illegale in questo progetto. Sentiamolo: “Esercitiamo una libertà prevista dal trattato dell’UE – ha dichiarato ai mass media italiani – Vogliamo portare i benefici a tutta la piramide del calcio, aumentando la solidarietà distribuita agli altri club. Con questa idea rivoluzionaria vogliamo offrire ai giovani la più bella competizione al mondo, giovani che per altro si stanno allontanando a questo sport”. Una posizione difesa ad oltranza quella del figlio di Umberto, e pazienza se qualcuno lo ha accusato di essere un traditore ed un serpente. “Non sono ancora riuscito a far capire alle istituzioni il grande rischio esistente se non si fa un cambiamento radicale. Alla lunga il calcio può scomparire”.


Il suo mentore Florentino Perez (Real Madrid) è stato chiaro a questo proposito: “O cambiamo qualcosa o si rischia di morire. Con la pandemia –
ha detto – si sono persi 5 miliardi di euro. Spaventoso. I giovani ormai non ci seguono più. Dovremo pensare di accorciare le partite o fare tre tempi”. Ha pure annunciato che la Super Lega garantirà una base di 300 milioni ai membri fondatori.


I CONTRARI (MOLTI)

Anche il Vaticano ha attaccato la Super Lega. L’Osservatore Romano c’è andato giù duro. Il gruppo dei contrari è naturalmente grosso:governi, appassionati, calciatori, dirigenti, giornalisti e uomini di cultura. Oltre all’UEFA e alla FIFA, per bocca dei loro presidenti Aleksander Ceferin e Gianni Infantino.
Quest’ultimo ha dato il suo pieno appoggio alla massima entità continentale. “Difendo certi principi e certi valori etici dello sport. Il nostro modello sono le aperture e l’inclusione. Dobbiamo avere una visione collettiva e non individualistica. Noi disapproviamo la Super Lega e faremo di tutto per contrastarla. Pieno sostegno all’UEFA e al mio collega Ceferin”. Quest’ultimo ha affermato, con toni sarcastici, “che qualcuno ha fatto male i suoi calcoli”, riferendosi all’ ex amico Andrea Agnelli.


Nel fronte del no, spicca Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, che ha aderito inizialmente alla Super Lega per poi ripensarci: “Non esiste sport se non c’è relazione fra sforzo e successo. Ho affermato più volte che voglio la miglior competizione possibile. Come mai l’Ajax Amsterdam che ha vinto quattro Coppe dei Campioni non fa parte di questo progetto?”.


FIFA: E IL QATAR?
La posizione della FIFA è inequivocabile: la Super Lega non deve nascere! E sin qui, tutto bene. Ma c’è un problema. Come mai il conducator Gianni Infantino ha usato parole dure e decise per attaccare questo progetto e non ha detto nulla, quando doveva farlo, sulla situazione degli operai che stanno lavorando per la costruzione degli stadi di Qatar 2022 in condizioni terribili e disumane? E perché non ha denunciato la morte delle oltre cinquemila persone impiegate per allestire la rassegna mondiale degli Emiri? Interrogativo pesante. Ma non solo: perché non ha preso posizione sui bilanci taroccati dei grandi club europei? Una sola parola per commentare questo imbarazzante silenzio:ipocrita!

ARNO LUPI

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