Non ci sarà Tao Geoghegan Hart, vincitore a sorpresa (e che sorpresa!) lo scorso anno. Niente Giro, ha detto, sarà al Tour de France. E in fondo nessuno se ne duole perchè il corridore londinese della Ineos non stuzzica la fantasia degli appassionati. Per molti il suo exploit del 2020 è stato soltanto il frutto di una serie di circostanze fortunate. Vabbé... Ma intanto fra sei giorni parte la corsa rosa, giunta alla sua 104esima edizione: prevede tante salite e due cronometro (al primo giorno e all’ultimo).
Gli organizzatori l’hanno dedicata a Dante Alighieri e al ricordo, si legge sul sito della Gazzetta dello Sport, di grandi uomini e di grandi campioni che hanno onorato questa storica competizione. Partenza a Torino, l’arrivo è previsto a Milano il 30 maggio. Il giorno prima la corsa passa anche dal Ticino e dalla Mesolcina. Una bella notizia, un bene per il movimento ciclistico della Svizzera Italiana.
In cerca di riscatto
Nella lista dei candidati alla successione di Tao Geoghegan Hart figurano almeno una dozzina di corridori, anche se i più accreditati sono sostanzialmente tre: Simon Yates, Egan Bernal e il “fenomeno” Remco Evenepoel. Ma su quest`ultimi due aleggiano diversi dubbi legati alle loro condizioni fisiche. Entrambi non sono al top: il colombiano ha avuto un inizio di stagione fra alti e bassi mentre il belga non gareggia, in pratica, dal brutto incidente dello scorso autunno al Giro di Lombardia. Ricordate il terribile incidente avvenuto sul Ponte di Nesso durante la discesa dal muro di Sormano? Remco si è preparato appositamente per il Giro rinunciando alle grandi classiche del Nord, motivo per cui è difficile valutare le sue reali condizioni. Di sicuro, Evenepoel non vede l’ora di partire. Così come Simon Yates, che con la corsa rosa ha un conto in sospeso. Nel 2018, dopo aver condotto a lungo le danze, venne letteralmente ribaltato sul Colle delle Finestre da Chris Froome che, con un’azione d`altri tempi, sbaragliò la concorrenza ed indossò in modo definitivo lo scettro del primato. Yates giunge a questo appuntamento nel miglior modo possibile: ha appena dominato il Tour of the Alps e dal punto di vista psicologico non è mai stato meglio.
Possibili alternative
Gli organizzatori l’hanno dedicata a Dante Alighieri e al ricordo, si legge sul sito della Gazzetta dello Sport, di grandi uomini e di grandi campioni che hanno onorato questa storica competizione. Partenza a Torino, l’arrivo è previsto a Milano il 30 maggio. Il giorno prima la corsa passa anche dal Ticino e dalla Mesolcina. Una bella notizia, un bene per il movimento ciclistico della Svizzera Italiana.
In cerca di riscatto
Nella lista dei candidati alla successione di Tao Geoghegan Hart figurano almeno una dozzina di corridori, anche se i più accreditati sono sostanzialmente tre: Simon Yates, Egan Bernal e il “fenomeno” Remco Evenepoel. Ma su quest`ultimi due aleggiano diversi dubbi legati alle loro condizioni fisiche. Entrambi non sono al top: il colombiano ha avuto un inizio di stagione fra alti e bassi mentre il belga non gareggia, in pratica, dal brutto incidente dello scorso autunno al Giro di Lombardia. Ricordate il terribile incidente avvenuto sul Ponte di Nesso durante la discesa dal muro di Sormano? Remco si è preparato appositamente per il Giro rinunciando alle grandi classiche del Nord, motivo per cui è difficile valutare le sue reali condizioni. Di sicuro, Evenepoel non vede l’ora di partire. Così come Simon Yates, che con la corsa rosa ha un conto in sospeso. Nel 2018, dopo aver condotto a lungo le danze, venne letteralmente ribaltato sul Colle delle Finestre da Chris Froome che, con un’azione d`altri tempi, sbaragliò la concorrenza ed indossò in modo definitivo lo scettro del primato. Yates giunge a questo appuntamento nel miglior modo possibile: ha appena dominato il Tour of the Alps e dal punto di vista psicologico non è mai stato meglio.
Possibili alternative
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In un Giro in cui mancheranno grandi specialisti quali Roglic, Pogacar, Froome e Quintana, che stanno affilando le armi per il Tour de France, alle spalle dei favoriti o presunti tali spunta il nome del sempiterno Vincenzo Nibali. Il suo obiettivo è quello di salire sul podio, anche se lo Squalo dello Stretto sembra aver perso intensità. Difficile pensare che possa vincere ancora la corsa rosa (in passato ha trionfato nel 2013 e nel 2016), anche perché recentemente è rimasto vittima di una caduta mentre si allenava a Ponte Tresa e in conseguenza della quale ha dovuto essere operato al polso del braccio destro. Il siciliano, che non molla mai, ha comunque voluto esserci. Difficile dire in quali condizioni prenderà il via. Non ci sentiremmo tuttavia di escluderlo dai pronostici.
Nibali ha la tempra e il coraggio del campione. Oltre al corridore della Trek Segafredo, sono da tenere in considerazione anche Mikel Landa (eterna promessa), Aleksandr Vlasov (capitano dell’A-stana) e Romain Bardet, che sulle montagne potrebbero lasciare il segno. Da notare, infine, che al Giro parteciperanno anche 5 corridori svizzeri. Si tratta di Sebastien Reichenbach e Mattia Badilatti (Groupama), Gino Mäder (Bahrrain), Matthias Frank (AG2R) e Mauro Schmid (Qhubeka), quest’ultimo è osservato speciale.
Nibali ha la tempra e il coraggio del campione. Oltre al corridore della Trek Segafredo, sono da tenere in considerazione anche Mikel Landa (eterna promessa), Aleksandr Vlasov (capitano dell’A-stana) e Romain Bardet, che sulle montagne potrebbero lasciare il segno. Da notare, infine, che al Giro parteciperanno anche 5 corridori svizzeri. Si tratta di Sebastien Reichenbach e Mattia Badilatti (Groupama), Gino Mäder (Bahrrain), Matthias Frank (AG2R) e Mauro Schmid (Qhubeka), quest’ultimo è osservato speciale.
Un percorso insidioso
Il Giro 2021 sembra offrire il fianco agli scalatori, che avranno parecchio terreno su cui esaltare le proprie doti. Solo due le cronometro (prologo e frazione finale). Come negli ultimi anni gli organizzatori hanno proposto tappe meno lunghe, con solo 4 frazioni che superano i 200 chilometri. Saranno comunque cinque le tappe che, secondo noi, potrebbero fare la differenza e disegnare il volto alla classifica generale. L’undicesima, con arrivo a Montalcino, la quattordicesima (occhio al terribile Zoncolan), la sedicesima a Cortina d’Ampezzo (con le salite al Fedaia, al Pordoi e al Giau), la diciassettesima (A Sega di ala) e, dulcis in fundo, la penultima, quella che passa anche dal Ticino e dalla Mesolcina, con l’arrivo in vetta all’Alpe di Motta in Valtellina. Il 30 maggio, poi, c’è il gran finale a Milano, con una cronometro di 29,4 chilometri.
JACK PRAN
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