Ho sentito Angelo Renzetti dichiarare che all’80% venderà il Lugano e lascerà ad altri il compito e l’incombenza di andare avanti. E questo sarebbe già un cambio epocale. Ma non solo: il Chiasso, appena retrocesso in Prima Promotion, deve rilanciare il club e ricostruire la squadra. Un’altra ripartenza. Infine: a Bellinzona si vuole puntare alla Challenge League, o quanto meno lottare per accedervi, e ci si prepara ad allestire una rosa di livello.
A Lugano, soprattutto.
Se Renzetti dovesse veramente lasciare il calcio ticinese ci perde. In questi anni Angelo ha ridato fiato ad un movimento che sembrava demotivato. Non era scontato. Renzetti è salito alla ribalta con un linguaggio non sempre condivisibile ma efficace, ha tenuto banco sui mass media facendo le fortune dei giornalisti e veicolando al meglio la materia calcio. Sfoggiando competenze e conoscenze come pochi nel nostro cantone.
Sei stagioni in Super League (con il quarto posto finale di questo campionato) non sono casuali.
Frutto di scelte oculate, magari anche forzate, ma tutte per il bene del Lugano. Le sue critiche a giocatori e allenatori hanno sempre avuto come unico scopo il bene della squadra e del club. Chi verrà dopo di lui avrà un compito difficilissimo. Se poi dovesse restare, beh, allora ne vedremo delle belle, anche se lui ha già detto che dovrà ridimensionare.
Da solo, del resto, non puo fare miracoli.
Una nota a Maurizio Jacobacci?
Ha fatto di necessità virtu. Ha sfruttando al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori. Un tecnico molto intelligente che riconfermerei. Il Lugano, del resto, ha chiuso ad un eccellente quarto posto. Rimpianti? La Coppa Svizzera. Mai come quest anno avrebbe potuto vincerla. Uscire in quel modo contro il Lucerna è stato davvero frustrante.
Capitolo Chiasso: una relegazione annunciata.
Ha pagato carissimo un girone d’andata deludente. Ma non me la sentirei di mettere alla berlina allenatore e giocatori. Credo, semmai, che le scelte societarie di puntare su giocatori provenienti dall estero o da altri club piuttosto che su elementi indigeni abbia influito negativamente. La mancanza di identità alla fine può rivelarsi determinante, soprattutto quando si lotta per un
Una nota a Maurizio Jacobacci?
Ha fatto di necessità virtu. Ha sfruttando al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori. Un tecnico molto intelligente che riconfermerei. Il Lugano, del resto, ha chiuso ad un eccellente quarto posto. Rimpianti? La Coppa Svizzera. Mai come quest anno avrebbe potuto vincerla. Uscire in quel modo contro il Lucerna è stato davvero frustrante.
Capitolo Chiasso: una relegazione annunciata.
Ha pagato carissimo un girone d’andata deludente. Ma non me la sentirei di mettere alla berlina allenatore e giocatori. Credo, semmai, che le scelte societarie di puntare su giocatori provenienti dall estero o da altri club piuttosto che su elementi indigeni abbia influito negativamente. La mancanza di identità alla fine può rivelarsi determinante, soprattutto quando si lotta per un
obiettivo come la salvezza. Quattro o cinque giocatori locali in rosa non avrebbere stonato. Ora però hanno la possibilità di ripartire con un progetto nuovo, in cui dovranno mettere al centro i giovani.
Con un occhio magari alla Under 18 del Team Ticino.
Certo, alcuni di quei giocatori debbono poter avere una chance in un club di Prima Promotion in cui possono crescere. A proposito: mercoledi prossimo la squadra di Andrea Lanza giocherà la finale di Coppa Svizzera contro il Servette a Bienne. Speriamo in bene.
RED
Con un occhio magari alla Under 18 del Team Ticino.
Certo, alcuni di quei giocatori debbono poter avere una chance in un club di Prima Promotion in cui possono crescere. A proposito: mercoledi prossimo la squadra di Andrea Lanza giocherà la finale di Coppa Svizzera contro il Servette a Bienne. Speriamo in bene.
RED