Svizzera, 24 agosto 2021
Aveva ucciso moglie e figlio, condannato al carcere a vita (e a un'eventuale espulsione)
Un cittadino portoghese residente nel canton Vaud accusato di aver ucciso la moglie e suo figlio è stato condannato all'ergastolo, la pena più pesante del codice penale svizzero. E se un giorno venisse rilasciato dopo una commutazione della pena l'uomo verrebbe espulso in Portogallo per 15 anni. I suoi avvocati hanno già annunciato la loro intenzione di ricorrere in appello.
Secondo quanto si legge nell'atto di accusa l'omicidio è stato particolarmente efferato. Nell'aprile 2018 a Payerne (VD), per motivi che non sono ancora stati del tutto chiariti, l'uomo allora 49enne aveva crivellato di colpi la moglie 45enne e il figlio di 18 anni, sparando oltre 30 colpi. Secondo i giudici che hanno presieduto al processo il suo movente era egoistico, poiché causato dalla rabbia di un uomo che aveva perso il suo status di capo famiglia e il controllo sui suoi figli.
"L'intensità delle circostanze è insolita", ha detto il presidente Donovan Tesaury, che ha anche notato l'assenza di rimorso e la mancanza di circostanze attenuanti per il condannato. Solo la sua infanzia traumatica è stata considerata, anche se "l'autore aveva già
49 anni al momento del suo atto". "Ha detto che era pronto a morire per i suoi figli, a dare loro il suo sangue. In realtà, ha tolto la vita a uno di loro e ha privato il secondo di sua madre", ha aggiunto.
I giudici hanno ricordato la divergenza delle versioni tra le udienze preliminari e il processo. In particolare, l'autore, oggi 52enne, ha negato qualsiasi violenza fisica all'interno della sua famiglia, sia con la moglie che con il figlio morto, ammettendo al massimo spintoni e spinte. Tuttavia, questo sembra incoerente sia con le sue dichiarazioni passate che con quelle di diversi testimoni, compresi i suoi stessi figli, e i messaggi WhatsApp citati dal giudice che ha presieduto al processo. Per esempio, la vittima aveva detto a una delle sue amiche, sentita durante l'indagine, che la situazione famigliare era peggiorata dopo la separazione perché il 52enne non l'aveva accettata.
Vista l'efferratezza dei fatti e l'assenza di circostanze attenuanti l'uomo è stato quindi condannato al massimo della pena. La vicenda non è però conclusa in quanto gli avvocati del 52enne portoghese hanno già annunciato che faranno ricorso contro la decisione.