Magazine, 30 settembre 2021
Numeri da capogiro su Netflix per “Squid Game”, la serie in cui la morte è un gioco
La serie sudcoreana nella prima settimana ha ottenuti un grande successo, ma non è certamente per tutti
SEUL (Corea del Sud) – È sbarcata da poco su Netflix ma è già diventata un fenomeno virale. Stiamo parlando della serie coreana “Squid Game”. Sarà che giocare piace a tutti, sarà che ci fa ricordare la nostra infanzia, ma in questa serie – decisamente per stomaci forti – si gioca con la morte.
La serie è arrivata quasi dal nulla ed è balzata in vetta a quasi tutte le classifiche in giro per il mondo: in Svizzera è diventata la numero 1. Chi decide di affrontare il “gioco” che ci viene offerto dal regista Hwang Dong-hyuk deve prepararsi a scene davvero forti, in questo che rappresenta un gioco in cui il protagonista Seong Gi-hun si trova in una disperata competizione con altri 455 giocatori –
tutti sul lastrico o comunque con problemi economici – che concorrono per un ricchissimo montepremi, ma nella quale non è ammesso sbagliare. Ogni errore si paga con la vita.
Il famoso gioco un-due-tre-stella di quando eravamo bambini diventa un campo di battaglia, così come il tiro alla fune e altri giochi infantili, che si tramuta in una serie di prove capitali, tra scene splatter e morti dietro l’angolo.
Una serie dura, pesante che rappresenta una metafora e una critica e una parodia della nostra società che, i numeri parlano chiaro, ha attirato l’attenzione di tutti, anche alle nostre latitudini, nonostante non ci sia l’italiano tra le lingue da poter scegliere: è presente soltanto nei sottotitoli