Sport, 06 giugno 2022
Nadal, voto 14. Il maiorchino con 22 Slam è sempre più re
Ennesimo trionfo dello spagnolo ieri a Parigi, al termine di un cammino entusiasmante e condizionato dal fisico. Rafa entra di diritto nel gota dei migliori sportivi di sempre
PARIGI (Francia) – Partiamo dai dati di fatto: Rafael Nadal il 3 giugno ha compiuto 36 anni. Rafael Nadal, che tra il 2015 e il 2016 sembrava arrivato al capolinea della sua meravigliosa carriera, con tenacia, grinta, forza di volontà – uniti alla sua grande tecnica – ha saputo rialzarsi, ha saputo andare contro i dolori e gli acciacchi che il suo fisico gli presenta giorno dopo giorno e ieri ha compiuto una nuova impresa: ha trionfato per la 14a volta al Roland Garros battendo, prima volta di sempre, ben 4 top 10 della classifica Atp per issarsi sul trono parigino. Augere-Aliassime (in 5 set), Novak Djokovic (in 4), Alexanders Zverev (in 2 a causa dell’infortunio del tedesco dopo 3h meravigliose di partita) e Casper Ruud (in 3) in finale. Un cammino pazzesco, una vittoria unica nel suo genere che lo porta a quota 22 Slam. Il migliore di sempre.
Il migliore, appunto, senza nulla togliere al nostro Federer e a Djokovic, e non solo: l’impresa di ieri potrebbe renderlo il miglior sportivo di tutti gli sport. I motivi di questa definizione sono vari. Provateci voi a giocare a quei livelli a 36 anni con un piede – solo per indicare l’ultimo infortunio, quello più grave e che ne mette a repentaglio il prosieguo della carriera – che fa male costantemente, che deve essere addormentato tramite punture nei nervi per poter correre al cospetto di ragazzi di 20 anni sui campi da tennis più importanti del mondo.
Rafa è un esempio per i ragazzi. Non litiga mai, ringrazia l’avversario di turno, i raccattapalle, i tifosi, chiunque si aggiri su un campo da tennis e lo fa con eleganza e basandosi sul suo aspetto mentale, sulla sua voglia, sulla sua determinazione, sulla volontà di imporsi. Può sembrare atroce, cattivo, esagerato, famelico come per esempio ieri nella finale contro Ruud in cui, pur non giocando al suo massimo, ha
lasciato le briciole al norvegese, basti pensare al parziale conclusivo di 11 game a 0 che lo ha portato dall’1-3 del secondo set a chiudere 6-3, 6-3, 6-0.
Sì perché Nadal, che in carriera ha vinto 22 finali Slam su 30 disputate, che ha trionfato 14 volte al Roland Garros dove detiene un record di 112 vittorie contro 3 sconfitte, ti annienta non solo fisicamente ma soprattutto mentalmente. Quando lo incroci nel tunnel verso il campo, insomma, ti mette in soggezione: sai che per batterlo devi fare un’impresa, sai che al 90% alla fine del match sarà lui a trionfare, sai che Parigi è casa sua.
Come detto, senza nulla togliere al nostro Federer e a Djokovic, Nadal ieri, ad esempio, ha eguagliato il record di Slam di Pete Sampras, ma in un solo torneo: l’americano vinse 14 tornei in generale, il maiorchino 14 solo a Parigi. Ai quali si aggiungono 2 Wimbledon, 4 US Open e 2 Australian Open, dove ha vinto 8 finali su 16 disputate. Un’enormità. Nel 2022, a 36 anni, ha la possibilità di chiudere, almeno sulla carta, col Grande Slam se decidesse di andare a Wimbledon dove l’unico avversario all’altezza – fisico a parte – dovrebbe essere Djokovic (assenti sia Zverev che Medvedev) e a New York, dopo al momento non ci dovrebbero essere Zverev, Medvedev (per ragioni politiche) e neanche Nole (non vaccinato).
Senza dimenticare l’oro olimpico conquistato a Pechino nel 2008 e alle Coppa Davis presenti nella sua bacheca. Una cosa incredibile, una carriera incredibile che potrebbe interrompersi anche abbastanza presto e, allora, forse una “lacrimuccia” sportiva potrebbe solcare le nostre gote, ripensando a cosa abbiamo assistito e cosa abbiamo vissuto dal 2004 in poi, con i duelli epici tra Rafa, Roger e Nole che hanno reso il tennis ancora di più uno sport meraviglioso.