Considerata ancora oggi una delle tenniste più forti della storia, Monica Seles gira il mondo a firmare i suoi libri sulla vita, a tenere conferenze e a ricordare ai suoi vecchi fan o a quelli che hanno imparato a conoscerla nel racconto di scrittori o giornalisti, la sua sventurata esperienza in un torneo di Amburgo del lontano del 1993, durante il quale rischiò di perdere la vita per mano di un folle, che le assestò una coltellata ma per fortuna senza toccare organi vitali. La pugnalata alla schiena le provocò una ferita di un centimetro e mezzo. Nulla di grave dal profilo fisico. Devastante dal punto di vista psicologico, visto che la tennista nata a Novi Sad (ex Jugoslavia, oggi Serbia, ma con origini ungheresi) e naturalizzata americana, rimase ferma per alcuni anni vittima di incubi, turbamenti e conseguenti crisi profonde che ne destabilizzarono la vita e la carriera.
Monica, ha vinto un numero impressionante di titoli, dominando un’epoca del tennis mondiale che va dalla seconda metà degli Anni Ottanta sino a metà Anni Novanta. Per 178 settimane è stata la numero uno al mondo, vincendo 53 tornei WTA in singolare (fa cui 9 Grandi Slam e 3 titoli WTA) e 6 in doppio. Ma si è imposta anche tre volte nella Fed Cup. Vanta pure una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sydney nel 2000.
Monica iniziò a giocare quando aveva appena sei anni. A scoprirne il talento e il suo grande senso tennistico fu Jelena Gencic, una specie di talent scout che allenerà in seguito autentici fuoriclassi quali Goran Ivanisevic e un certo Novak Djokovic. Il suo primo torneo lo vince nel 1985 a Miami a soli 12 anni e mezzo. Viene subito notata dall’allenatore Nick Bollettieri, che convince lei e i suoi famigliari a trasferirsi in Florida. Il suo debutto nel circuito mondiale avviene nel 1988 a Boca Raton, proprio nello stato meridionale degli USA.
Comincia così una strepitosa ascesa che la porta a vincere contro ogni pronostico il suo primo torneo ad Houston, battendo in finale la favoritissima Chris Evert. Mancina, grintosa, molto furba nonché intensa nel gioco e nei movimenti, nel giugno del 1990 diventa la più giovane vincitrice di sempre del Roland Garros, sconfiggendo in finale la numero uno al mondo Steffi Graf: quella partita apre di fatto un periodo particolarmente brillante per il tennis femminile. La loro rivalità accende passioni e trascina folle di tifosi. E nel 1991 Seles sale al primo posto nel ranking mondiale, scalzando proprio la tedesca che perde il primato dopo quasi 4 anni. In quell’anno conquista una decina di titoli e lo stesso fa nel 1992.
Il top lo raggiunge a Parigi, quando batte in finale proprio la Graf. Quest’ultima si prende la rivincita a Wimbledon. Ormai l’interesse è focalizzato solo su queste due atlete. Va comunque ricordato che fra il gennaio 1991 e il febbraio 1993 la Seles vince 22 titoli WTA, raggiungendo 33 finali su 34 tornei disputati. Impressionante. È sempre più la numero uno al mondo. Poi però il 30 aprile di quell’anno sciagurato avviene il fattaccio: ad Amburgo viene aggredita con un coltello da un pazzoide mentre sta giocando il quarto di finale contro la bulgara Magdalena Maleeva.
L’aggressore è Günther Parche, a sua detta tifoso (ossessionato) dalla Graff. Durante il processo dirà che con quel gesto intendeva restituire il primato del ranking alla tedesca. La ferita non tocca comunque organi vitali ma provoca alla Seles un grave choc psicologico che la costringe ad un parziale ritiro di due anni. In quell’occasione tutte le sue colleghe, meno l’argentina Gabriela Sabatini, rifiutano la proposta della federazione internazionale di congelare il suo status di numero uno fino al suo ritorno alle competizioni. Anche per la Graf non è un momento facile: prima nelle classifiche per abbandono della titolare! Situazione non semplice da gestire. Dopo l’aggressione e il ritiro della Seles, la tedesca torna in vetta alle classifiche mondiali. “Non è facile per me convivere con la consapevolezza di essere la numero uno solo perché Monica è stata aggredita”.
Monica, ha vinto un numero impressionante di titoli, dominando un’epoca del tennis mondiale che va dalla seconda metà degli Anni Ottanta sino a metà Anni Novanta. Per 178 settimane è stata la numero uno al mondo, vincendo 53 tornei WTA in singolare (fa cui 9 Grandi Slam e 3 titoli WTA) e 6 in doppio. Ma si è imposta anche tre volte nella Fed Cup. Vanta pure una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Sydney nel 2000.
Monica iniziò a giocare quando aveva appena sei anni. A scoprirne il talento e il suo grande senso tennistico fu Jelena Gencic, una specie di talent scout che allenerà in seguito autentici fuoriclassi quali Goran Ivanisevic e un certo Novak Djokovic. Il suo primo torneo lo vince nel 1985 a Miami a soli 12 anni e mezzo. Viene subito notata dall’allenatore Nick Bollettieri, che convince lei e i suoi famigliari a trasferirsi in Florida. Il suo debutto nel circuito mondiale avviene nel 1988 a Boca Raton, proprio nello stato meridionale degli USA.
Comincia così una strepitosa ascesa che la porta a vincere contro ogni pronostico il suo primo torneo ad Houston, battendo in finale la favoritissima Chris Evert. Mancina, grintosa, molto furba nonché intensa nel gioco e nei movimenti, nel giugno del 1990 diventa la più giovane vincitrice di sempre del Roland Garros, sconfiggendo in finale la numero uno al mondo Steffi Graf: quella partita apre di fatto un periodo particolarmente brillante per il tennis femminile. La loro rivalità accende passioni e trascina folle di tifosi. E nel 1991 Seles sale al primo posto nel ranking mondiale, scalzando proprio la tedesca che perde il primato dopo quasi 4 anni. In quell’anno conquista una decina di titoli e lo stesso fa nel 1992.
Il top lo raggiunge a Parigi, quando batte in finale proprio la Graf. Quest’ultima si prende la rivincita a Wimbledon. Ormai l’interesse è focalizzato solo su queste due atlete. Va comunque ricordato che fra il gennaio 1991 e il febbraio 1993 la Seles vince 22 titoli WTA, raggiungendo 33 finali su 34 tornei disputati. Impressionante. È sempre più la numero uno al mondo. Poi però il 30 aprile di quell’anno sciagurato avviene il fattaccio: ad Amburgo viene aggredita con un coltello da un pazzoide mentre sta giocando il quarto di finale contro la bulgara Magdalena Maleeva.
L’aggressore è Günther Parche, a sua detta tifoso (ossessionato) dalla Graff. Durante il processo dirà che con quel gesto intendeva restituire il primato del ranking alla tedesca. La ferita non tocca comunque organi vitali ma provoca alla Seles un grave choc psicologico che la costringe ad un parziale ritiro di due anni. In quell’occasione tutte le sue colleghe, meno l’argentina Gabriela Sabatini, rifiutano la proposta della federazione internazionale di congelare il suo status di numero uno fino al suo ritorno alle competizioni. Anche per la Graf non è un momento facile: prima nelle classifiche per abbandono della titolare! Situazione non semplice da gestire. Dopo l’aggressione e il ritiro della Seles, la tedesca torna in vetta alle classifiche mondiali. “Non è facile per me convivere con la consapevolezza di essere la numero uno solo perché Monica è stata aggredita”.
La vita della tennista americana da quel giorno cambia profondamente. Viene colta da una depressione profonda e da un disturbo alimentare che la porta addirittura a mangiare il cibo della spazzatura. Momenti terribili. Sul gravissimo episodio di Amburgo, tempo dopo la Seles dirà ai microfoni della Fox: “Ricordo che mentre ero lì seduta e mi passavo l’asciugamano sul volto mi sono piegata in avanti per bere dell’acqua. Era quasi ora di ricominciare a giocare e mi sentivo la bocca asciutta. Mi stavo portando il bicchiere alle labbra quando ho sentito un dolore lancinante alla schiena. Ho girato di scatto la testa all’indietro e ho visto un uomo con un cappellino in testa con uno strano ghigno sul viso. Aveva le braccia in alto e impugnava un lungo coltello. Stava cercando di colpirmi di nuovo. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo”.
Il processo a carico del folle fu ricco di emotività per il momento politico internazionale. L’aggressore, Gunter Prache, fu condannato a due anni di reclusione. Una sentenza che la Serbia, paese di origini della Seles, non accettò tanto facilmente: “' Una pugnalata alla nostra nazione”: così il quotidiano di Belgrado Vecernje Novosti intitolò il servizio sul processo. L’aggressione contro la Seles, affermò il quotidiano, è stato ”un attentato politico ed un tentativo di assassinare la tennista”.
Secondo il giornale Prache odiava la Seles, la Serbia e la Jugoslavia. Come detto fu condannato a 24 mesi con la condizionale. Ammise di aver colpito la Seles, perché sbarrava la strada della Graf sul cammino del primo posto nel ranking mondiale. Assurdo.
JACK PRAN