LUGANO - Larry Nassar sta scontando in un carcere americano una pena che un giudice ha definito “come una condanna a morte”: oltre 170 anni di prigione per aver abusato sessualmente per una decina d’anni di 500 ragazze e ragazzine appassionate di ginnastica artistica e desiderose di successo. In palestra, a casa sua, negli uffici e soprattutto in un ranch del Texas, adibito a casa degli orrori, il tutto con la complicità dei coniugi rumeni Martha e Bela Karolyi, gli stessi che avevano formato Nadia Comaneci durante il regime comunista. Fra le vittime del mostro ci sono state anche atlete di grande livello, fra le quali Aly Raisman, capitano della nazionale americana e portavoce delle vittime del medico-osteopata di Farmington Hills, un villaggio di Michigan alle porte di Detroit.
La prima ad accusarlo fu Maggie Nichols: nel 2015 durante uno dei ritiri della nazionale USA al Karolyi Ranch in Texas questa esile ragazza chiese alla collega e amica Aly Raisman se alcune pratiche di Nassar fossero per così dire normali e autorizzate. Per caso, la sua allenatrice ascoltò la conversazione delle due ragazze e convocò i genitori di Maggie per renderli edotti dell’accaduto. La famiglia avvisò la federazione e il suo presidente Steve Penny disse loro di stare tranquilli e che avrebbe aperto un’indagine interna. In realtà se ne lavò le mani e, anzi, fece di peggio: occultò le prove che avrebbero potuto incriminare Nassar. Il bubbone scoppierà due anni dopo grazie ad un’inchiesta del quotidiano 'Indianapolis Star', che pubblica la testimonianza di 400 ginnaste. A quel punto il medico-osteopata è perduto e nel