LONDRA (Gbr) – Se non è una rivoluzione, poco ci manca. Specie per il calcio inglese, vigoroso, spigoloso, fisico, in cui il colpo di testa è quasi un mantra. Eppure da ora in poi sarà vietato colpire il pallone di testa, perlomeno per le categorie U12. Lo ha ottenuto dall’International Board la Football Association, che potrà far partire la sperimentazione dall’estate 2023, dopo che già dal luglio 2021 è stata introdotta una misura che vieta ai calciatori dilettanti di effettuare più di 10 colpi di testa alla settimana in allenamento. Ai professionisti era stato imposto di non superare lo stesso limite ma solo in situazioni di “impatto forte”, ovvero su lanci lunghi, su cross, su calci d’angolo e punizioni. Praticamente in tutte le circostanze…
Il calcio inglese sta battagliando su questa tematica fin dal 2022, sotto la spinta del ‘Daily Telegraph’, ovvero dopo la morte di Jeff Astle – grande attaccante del West Bromwich Albion dal 1964 al 1974 – la cui dipartita sopraggiunse, secondo l’autopsia, come conseguenza di demenza senile causata da encefalopatia traumatica cronica, effetto delle migliaia di microtraumi che il giocatore aveva accusato nel colpire il pallone. Palloni che all’epoca erano decisamente più pesanti di quelli moderni.
Altre morti celebri, sempre per demenza senile, per morbo di Alzheimer o come conseguenza del relativo declino – come quelle di Jack Charlton, Nobby Stiles, Martin Peters – hanno fatto parlare e discutere. Anche Bobby Charlton qualche mese fa ha ricevuto la medesima diagnosi.
Se davvero venisse messo fuori legge il colpo di testa sarebbe un trionfo per il calcio moderno, per il tiki-taka, per il calcio ad esempio di Guardiola: palla a terra e scambi veloci, senza veri e propri attaccanti di ruolo, ma con un gioco armonioso e veloce. Ma attenzione, perché lo stesso City dell’allenatore spagnolo lo scorso anno ha basato tanto il suo gioco sui cross con la palla alta…