BASILEA – L’era Roger Federer è praticamente finita. Il tempo di vederlo tornare in campo per la Laver Cup e poi sarà commiato. Il 41enne lo ha comunicato ieri, tramite Instagram e da quel momento il tempo nel mondo del tennis si è praticamente fermato. Da Nadal a Wawrinka, passando per il “suo” Basilea e Wimbledon hanno voluto ringraziarlo pubblicamente tramite i social: Federer non è stato solo un atleta, forse il più bello da vedere e forse il più forte di sempre, ma un vero e proprio emblema dello sport in generale.
Federer ha deciso di dire “addio” al professionismo, tradito – non solo dall’età, cosa che ahinoi tocca a tutti – ma dal fisico. Quel ginocchio operato due volte, i vari acciacchi, alla fine gli hanno detto che la cosa più normale e logica era quella di fermarsi. Vuoi per evitare altri problemi fisici, vuoi per passare più tempo con la famiglia, vuoi perché anche mentalmente, per un atleta top potrebbe non essere facile tornare a calcare quei campi che lo hanno spesso incoronato RE a “mezzo servizio” o quantomeno non sui suoi livelli. Questi 14 mesi intercorsi dalla sua ultima apparizione, a Wimbledon 2021 contro Hurkacz, fino al ritiro saranno stati lunghi anche per lui e la decisione, sicuramente, non poteva che essere questa.
I campi appunto: Roger lascia con 20 Slam nel suo carniere (8 Wimbledon, 6 Australian Open, 5 US Open e 1 Roland Garros), 6 Finals vinte – nessuno come lui – , un argento olimpico nel singolare, una Coppa Davis, un oro olimpico nel doppio e 1251 vittorie, contro le solo 275 sconfitte, in totale. 369 i successi negli Slam, 60 le battute d’arresto. 381 i match vinti nei Masters 1000, 108 i KO. Numeri da capogiro, contando anche che Roger ha chiuso per 5 volte l’anno solare in vetta alla classifica ATP, che gli sono valsi 103 titoli del circuito ATP. Da sottolineare le 310 settimane vissute da numero 1 al mondo – solo Djokovic ne può contare di più, 373 – di cui 237 consecutive (un record).
Negli occhi, chi l’ha potuto vivere intensamente, ci porteremo le sfide epiche prima con Safin, poi con Nadal e poi con Djokovic. Senza dimenticare Murray e Wawrinka. Col l’iberico, il serbo e lo scozzese ha dato vita ai “Fab Four”, ma soprattutto con i primi due ha dato vita a due rivalità sportive che difficilmente rivedremo a breve sui campi da tennis. Proprio loro, alla fine, sono riusciti a sfilargli il record di Slam vinti (22 il maiorchino, 21 Nole), ma è innegabile che Federer resterà il più amato e tutti dovremo ringraziarlo per sempre per le emozioni uniche che ci ha fatto vivere.