Sport, 22 settembre 2022

Super Olten, chi lo fermerà?

Davide Mottis, presidente dei Rockets: “Tifosi, ci serve il vostro sostegno”

LUGANO - La lega cadetta (o Swiss League) è partita con una certezza: l’Olten è la squadra da battere. A proposito: al termine del campionato la prima classificata avrà il diritto di giocarsi contro l’ultima della massima serie il quattordicesimo posto a disposizione in National League ed entrare così nel giro “che conta”. Più visibilità, più diritti TV e sponsor, più tutto, insomma. E propria la squadra del canton Soletta, diretta dalla panchina da Lars Leuenberger (ex giocatore di Berna e Ambrì Piotta nonché campione svizzero da coach con gli Orsi nel 2016), è quella che ha fatto i maggiori sforzi sul mercato estivo: sono infatti arrivati giocatori del calibro di Leeger e Hächler (in difesa), Neukom e Kast (in attacco) oltre al portiere Dominic Nyffeler. Nessun fenomeno, intendiamoci bene, ma elementi che però in B possono fare la differenza. A Olten non si è lasciato nullo al caso e l’ambiente è alquanto carico. “Vuole tornare in A dopo tanti anni di assenza (è dal 1993 che gioca fra i cadetti, ndr). Ha il potenziale tecnico e dietro ha una regione ricca e pronta a sostenerli”, dice il presidente dei Ticino Rockets Davide Mottis.


Il budget dei solettesi, tanto per capirci, si aggira sui 6 milioni. Per la squadra di Leuenberger non sarà tuttavia una passeggiata: alle sue spalle Visp e Turgovia sembrano le più attrezzate per disputare un torneo da guastafeste. In particolare i vallesani, guidati dall’ex bianconero, il geniale Linus Klasen. Chaux de Fonds e Langenthal, che ormai fanno parte dell’inventario di questa categoria, non sembrano nutrire ambizioni di sorta, anche se i bernesi sono da sempre un osso duro per tutti. La lotta per i playoff (si qualificano 8 squadre) dovrebbe riguardare anche il neo promosso Basilea e i Ticino Rockets, che puntano al salto di qualità, dopo stagioni difficili.


Lasciamo insomma stupire. Del resto questo campionato ci ha abituazi ad esiti sorprendenti. Anche se, per dirla tutta, arrivare davanti a questo Olten sembra un’impresa titanica. Infine ancora Davide Mottis “Quest’anno vogliamo provare ad entrare nei play-off. Sono sicuro che abbiamo i mezzi per raggiungerli” .
Il presidente dei Ticino Rockets Davide Mottis si appresta ad affrontare un'altra stagione di passione. Il club naviga a vista per via delle difficoltè economiche della categoria (Swiss League) e per l’insicurezza che ne deriva; la squadra, che si vuole rinforzata e più forte dello scorso campionato, è tutta da scoprire, con le incognite del caso. Mottis, per altro, è un dirigente navigato e rotto ad ogni esperienza: ha cominciato giovane nei ranghi dell’Ambrì Piotta (dove è stato anche vice-presidente durante l’era Grassi) e dal 2004 ad oggi spesso e volentieri si è confrontato con situazioni difficili. Nei giorni scorsi lo abbiamo sentito per una chiacchierata sui Ticino Rockets (e il campionato appena cominciato). Realista, come sempre del resto, non ha nascosto qualche preoccupazione.


Presidente: malgrado il tentativo di farvi fuori, ci siete ancora. Più motivati di prima.
Per essere ammessi al campionato cadetto abbiamo dovuto passare sotto le forche caudine, nel senso che per avere gli standard minimi per essere accettati nella seconda lega nazionale abbiamo dovuto lottare. A livello sportivo nel recente passato abbiamo incontrato delle difficoltà, anche se i pre-playoff sono stati mancati per un solo punt. Ma per il resto, e mi riferisco alle questioni logistiche ed amministrative, eravamo e siamo pronti. Dal punto di vista tecnico ora la squadra diretta da Eric Landry mi sembra migliore rispetto alla passata stagione, grazie anche all’inserimento di elementi esperti, e naturalmente ai giovani giocatori che Ambrì Piotta, Lugano e Davos ci forniscono durante il torneo. 



Veniamo alla spinosa questione dei diritti televisivi che non vi lascia dormire sonni tranquilli. 
Nella stagione 2021/2022 i diritti TV ci assicuravano circa 400 mila franchi, in seguito ridotti della metà. Ma a giugno ci è stato comunicato che questi introiti, per noi manna dal cielo, si sarebbero azzerati, e che la centralizzazione di marketing e sponsoring voluta in precedenza da alcuni club non aveva portato ad alcun risultato. Riassumendo: ci mancano molti soldi nelle casse e tutto ciò per noi è fonte di grande preoccupazione. Nelle ultime settimane ci siamo trovati più volte in Lega ma senza cavare un ragno dal buco. Si parla di un eventuale contribuito di solidarietà da parte della federazione, ma si tratta per altro di importi che noi riteniamo insufficienti per farci respirare un po’.


Aggiunge il presidente.
La Swiss League non può avere certo delle ambizioni. Questo è un dato di fatto. Dobbiamo pensare ad una lega di formazione per maturare i nostri ragazzi. Abbiamo bisogno di un progetto.


Intanto però la nuova lega cadetta ha lanciato una piattaforma streaming.
Sarà a disposizione di tutti gli abbonati e permetterà di vedere anche le partite in trasferta, e tutto ciò nella speranza che contribuisca ad alzare l’interesse per il torneo. Il nostro budget? Lo abbiamo aumentato a 1.45 milioni (contro l’1.36 della stagione scorsa), grazie anche al sostegno dei partner. 


Davide Mottis ne approfitta per lanciare un appello. 
Visto l’andazzo delle scorse stagioni, non ci aspettiamo un particolare incremento di pubblico. La nostra media casalinga però è davvero desolante: non arriviamo a trecento a partita. Sarebbe sufficiente un piccolo sforzo per toccare cifre più interessanti e che ci permettono di avere entrate maggiori. Ma non solo: ci aspettiamo il sostegno del Comune, che sinora si è visto poco, e naturalmente di nuovi sponsor. Ricordo che i Ticino Rockets sono l’unica realtà cantonale che si permette ai nostri giovani di giocare e farsi una importante esperienza a certi livelli. E quest’anno, aggiungo, vorremmo raggiungere i playoff, e pensiamo che il traguardo sia alla nostra portata.


Rammentiamo infine che l’Ambrì Piotta mette a disposizione dei Ticino Rockets sei giocatori (selezionati tra Müller, Patenaude, Conceprio, Pastori, Terraneo, Marha, Dufey, Hedlund e Schelldorfer) più un sostegno finanziario; il Lugano, dal canto suo, ne fornisce sei (tra Fatton, Fadani, Ugazzi, Näser, Villa, Mini, Zanetti, Cortiana e Bedolla) oltre allo straniero Kris Bennett, mentre il Davos ne presta quattro (Croce, Gartner, Rubanik e Russo) oltre ad un apporto finanziario.

MDD

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