Il riscatto: per quel Brasile, diretto da Telé Santana, non ci fu pace dopo la sconfitta ai Mondiali di Spagna. L’unico modo per riscattare quel torto sportivo, era di vincere l'edizione del 1986, prevista in Messico. Della squadra che aveva incantato le platee ma era dovuta tornarsene a casa anzitempo, restavano ancora diversi protagonisti: Zico, Socrates, Junior e lo stesso Leandro. Ma la fase di avvicinamento alla rassegna iridata non fu delle migliori: fra polemiche, cambi di allenatori e brutte storie sui premi, la seleçao arrivò al giorno dell'esordio in condizioni tutt’altro che ideali. Sulla tolda di comando era stato richiamato a furor di popolo Telé Santana. Ma proprio pochi giorni prima del grande evento calcistico avvenne un fatto clamoroso.
Scappatelle: Leandro era molto amico di Renato Portaluppi, attaccante estroso ma indisciplinato, fuori e dentro il campo. I due era inseparabili e nel Flamengo si erano trovati spesso e volentieri al centro di chiacchiere giornalistiche. Il commissario tecnico, che conosceva bene i due, non si curò troppo di queste voci ma quando l'ex romanista si presentò tre ore dopo il coprifuoco nel ritiro della Seleçao, fu costretto ad intervenire e a tagliarlo dal gruppo che sarebbe partito per il Messico. In realtà Santana, forse uno dei migliori tecnici brasiliani di tutti i tempi, da tempo era stanco delle scappatelle di Renato e lasciandolo a casa avrebbe evitato che altri calciatori seguissero il suo esempio di atleta scarsamente professionale.
Amicizia: ma il futuro allenatore del Sao Paulo non fece i conti con Leandro. Due giorni prima della partenza per Guadalajara, città che avrebbe ospitato le partite del Brasile nella fase a gironi, il valido difensore del Flamengo gli comunicò che non avrebbe preso parte alla spedizione, in segno di solidarietà per l'amico escluso dalla Nazionale. “Mi sono sempre sentito suo fratello – disse il difensore del Flamengo – e quindi non mi sembrava giusta la decisione della federazione e dello stesso commissario tecnico. Perciò me ne andai dal ritiro”. Tutto ciò scatenò una ridda di polemiche, che crearono non poco imbarazzo. La stampa si divise in due: i favorevoli a Renato (e Leandro) e quelli contrari. Alla fine il CT convocò Josimar, difensore del Botafogo, un perfetto sconosciuto e mai chiamato in nazionale prima di allora. Ai mondiali si comportò comunque bene, segnando anche un gol. Ma il Brasile uscì ai quarti di finale per mano della Francia di Michel Platini.
I giovani: Leandro, nel pieno della sua maturità calcistica (aveva 27 anni) non sarebbe mai più tornato in Nazionale.“ Anch’io ero una stella, ma sono dell’idea che non si possa brillare in eterno. Si rischia di diventare patetici. Meglio lasciare all’apice, come fece ad esempio Platini. Eppoi a quei tempi Santana aveva altre opzioni: dietro di me c'erano giovani che scalpitavano e che avrebbero potuto giocare benissimo in Nazionale”. Resta il fatto che Leandro ancora oggi è considerato uno dei migliori laterali destri a livello internazionale. Il motivo di quella clamorosa rinuncia ancora adesso è oggetto di discussioni e polemiche. Secondo alcuni giornalisti brasiliani, Leandro non aveva mai legato con Telé Santana e usò la vicenda Renato per lasciare la seleçao.
JACK PRAN