LUGANO – I due giorni di Champions League hanno emesso i loro verdetti e, per alcuni, sono stati amari. Amarissimi. La fase a gironi della massima competizione europea per club ha parlato chiaro: i fasti del passato, per alcune squadre che negli ultimi 10-15 anni avevano fatto spesso la voce grossa in Europa, sembrano essere svaniti. Juventus, Barcellona e Atletico Madrid hanno dovuto salutare la Champions già al quinto turno: una debacle incredibile.
I bianconeri, che dal 2011 fino al 2020 avevano inanellato solo successi in Italia, sfiorando il trionfo europeo nel 2015 e nel 2017 sono andati a sbattere violentemente contro PSG, Benfica e addirittura Maccabi Haifa: 1 vittoria in 5 partite, 3 punti in attivo e una qualificazione all’Europa League ancora in bilico e da giocarsi contro i parigini, tendendo l’orecchio a ciò che avverrà in terra israeliana il prossimo 2 novembre. Un tonfo clamoroso! Un passo indietro incredibile di cui si avevano avute le prime avvisaglie già negli ultimi anni con Bonucci e compagni eliminati negli ottavi dal Lione (2020 sotto la guida di Sarri), dal Porto (con Pirlo in panchina) e dal Villareal (con Allegri come timoniere). In casa juventina questa volta a pesare sono state le scelte tecnico tattiche scellerate e antiche del mister livornese e la presenza in campo di alcuni veterani che sembrano ormai giunti al tramonto della loro carriera.
Il Barcellona già lo scorso anno era stato spazzato via dalla fase a gironi dalla Champions League, surclassato dal Bayern Monaco e dal Benfica, per poi essere eliminato anche in Europa League dall’Eintracht Francoforte. Quest’anno a metterlo all’angolo sono stati sempre i bavaresi e l’Inter capace di battere i catalani 1-0 in casa e di pareggiare 3-3 al Camp Nou. Per quella che era la squadra perfetta, capace di vincere la Champions League nel 2006, nel 2009, nel 2011 e nel 2015 i tempi si sono fatti cupi, bui, anche a causa di una crisi economica senza precedenti che comunque non ha privato Xavi di campioni come Lewandowski. Ma si sa, la fame e gli anni passano per tutti e Barcellona ormai non è più quell’oasi felice che era una volta.
La Spagna però piange anche per le eliminazioni di Atletico Madrid e Siviglia. La più clamorosa, però, risulta quella dei Colchoneros capaci di raggiungere la finale di Champions League nel 2014 e nel 2016, arrivando sempre a mettere quasi le mani sul trofeo, prima di farselo fregare sul più bello dal Real (unica spagnola anche quest’anno a passare il turno) e portatori – sani – di quel modo di giocare, il “Cholismo”, che li ha contraddistinti per quasi un decennio. L’Atletico ieri ha dovuto salutare la Champions nel modo più doloroso possibile: in casa, pareggiando per 2-2, sbagliando un rigore al 98’ e colpendo una traversa sulla respinta, prima del miracolo conclusivo Hradecky. Anche per loro, così come per la Juventus, del futuro non c’è certezza: l’accesso in Europa League resta ora l’obiettivo, ma sarà tutto da conquistare negli ultimi 90’.
Insomma, anche i ricchi piangono… come titolava una famosa serie tv degli anni ’70-’80…