Sport, 29 novembre 2022

Piccolo grande Malcantone: “Questo titolo è un’impresa”

Hockey in-line: parla il presidente del club neo-campione svizzero Pio Ruspini

LUGANO - Pio Ruspini è un presidente felice. A 38 anni dalla fondazione, il Malcantone, che inizialmente si chiamava Club Skater Hockey Agno, è diventato per la prima volta campione svizzero! In finale (e che finale!) ha sconfitto il Sayaluca - altra squadra ticinese - in una serie tirata e decisa dalla doppia vittoria al Palamondo di Schuler e soci. Ma il numero 1 del club di Cassina d’Agno mantiene un profilo basso, limitandosi a dire che “il Malcantone ha compiuto un’ impresa, visto che ci consideriamo un club piccolo, ancorchè bene organizzato e strutturato”. Pio, per chi non lo sapesse, altri non è che il suocero di Luca Gianinazzi, tecnico del Lugano. “ Sono in buona compagnia (ride). Quandoci vediamo gli argomenti di discussione non mancano”.


Presidente: questo è il titolo della costanza e del sacrificio.
Direi proprio di sì – ci dice l’ex dipendente della Bosch di Lugano ora in pensione - Questo successo viene da lontano, da un gruppo di appassionati che nel 1984 fondò lo Skater club di Agno poi diventato Malcantone nel 1992. Poche pretese, puro divertimento e la voglia di praticare uno sport praticamente sconosciuto in Ticino. Per tanti anni abbiamo tenuto duro, nella speranza un giorno di poter disporre di un centro sportivo, come quello odierno, e di avere una squadra fra le migliori del paese. Non era scontato. Gli obiettivi sono stati raggiunti ma abbiamo fatto tantissimi sacrifici. E il tutto nel contesto di un sano dilettantismo. 



A proposito di struttura: a quando la copertura della pista?
Vogliamo avere un tetto sulle nostre teste (ride, ndr)ed esiste un progetto per sistemare tutto il complesso. Siamo in attesa, di più non posso dire. La palla è ora è nelle mani del consiglio comunale di Agno.


Fra l’altro il vostro è uno sport in crescita.
I numeri sono dalla nostra parte. Faccio due esempi: noi e il Sayaluca assieme abbiamo circa 400 praticanti. L’affluenza di pubblico alle partite è decisamente confortante: durante le finali per il titolo si sono registrati numeri importanti. A Cadempino quasi mille spettatori, a Cassina circa 600. Come vede non siamo messi male. Ma non dobbiamo dormire sugli allori: dobbiamo sfruttare il momento per cercare nuovi sponsor e gente che possa aiutarci. I costi per le trasferte, tanto per dire, sono piuttosto onerosi.


E di trasferte ce ne sono
A parte il Sayaluca, tutte le altre compagini giocano nella Svizzera Interna. E noi, perciò, dobbiamo andare in trasferta almeno 9/10 volte a stagione. E in maggioranza sono in Romandia, dove questo sport ha fatto tantissimi proseliti nel corso degli ultimi anni.


In Ticino cosa manca?
Direi che abbiamo una buona base, senza dimenticare che in passato abbiamo avuto altre squadre che hanno vinto il titolo. Penso ai Rangers Pregassona o al Sayaluca appunto. Il movimento è in crescita forse manca visibilità mediatica.


Veniamo alla stagione appena conclusa.
È stata davvero fantastica, vissuta sino all’ultimo con il fiato sospeso. Non pensavamo di arrivare sino alla finale, anche se durante la stagione ci siamo resi conti di avere un ottimo potenziale. La finale con il Sayaluca è stato il fiore all’occhiello. E qui debbo dire che coach Kevin Schuler è stato di parola. Mi aveva promesso nel 2019, prima della pandemia, di portarci in finale. E così è stato. Bravo.


Ruspini si toglie pure qualche sassolino dalle scarpe.
Mi è spiaciuto che alcuni giocatori in questi anni ci abbiamo lasciati perché non credevano in noi e sono e andati a giocare nel Sayaluca pensando di trovare l’America mentre invece l’America l’abbiamo trovata noi lavorando duramente. Costanza, pazienza e sacrificio.


Comunque per il movimento è stato un trionfo.
La finale tutta ticinese? Non ci sono dubbi. E qui debbo fare i complimenti anche ai nostri avversari, che sulla carta partivano con i favori del pronostico. La lotta è stata dura ma sempre nel segno della sportività.


Ciliegina sulla torta la convocazione in Nazionale per alcuni giocatori del Malcantone.
Certamente: i nostri Andrea Bersier e Ronny Hurni sono stati più volte convocati nei ranghi rossocrociati – conclude Pio Ruspini – e questo è un motivo in più di orgoglio.

A.M.

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