DAVOS – A Davos, alla Vaillant Arena in particolare, ieri sembrava di stare in Leventina. Il calore, i colori, la voglia di tornare a vincere una trofeo erano trascinanti, la tensione per tutti i 65’ e durante i rigori si tagliava col coltello, ma al momento del rigore trasformato da Pestoni (non può essere un caso che il punto decisivo l’abbia siglato proprio il figlio della Valle) la gioia è stata travolgente. L’Ambrì ieri ha vinto la sua prima Coppa Spengler, conquistandosi il diritto di tornare in terra grigionese il prossimo dicembre.
Un successo contraddistinto da un cammino impeccabile, da un attaccante – Spacek -letteralmente imprendibile per tutta la settimana, da un goleador di razza – Formenton, acquisto azzeccatissimo – e da un portiere, Juvonen, inserito giustamente nella squadra ideale del torneo. Ieri le emozioni sotto le volte della pista di Davos sono state incredibili e alla fine anche lo Sparta Praga, che ha dipinto hockey di ottima fattura in tutte le sfide disputate in terra grigionese, si è dovuto arrendere.
L’Ambrì, che non vinceva un trofeo da 22 anni, in qualche modo ha scritto la storia: il club leventinese è la prima formazione ticinese a imporsi nel classico torneo post natalizio. Alla sua prima finale il club del presidente Lombardi ha fatto centro, al contrario del Lugano che in tre edizioni è riuscito ad arrivare sempre all’atto finale, per poi arrendersi nel momento decisivo. E cosa dire di Pestoni? Il classe ’91, oltre ad aver realizzato il rigore decisivo, ha conquistato la sua terza Coppa Spengler, dopo le due alzate al cielo col Ginevra-Servette nel 2013 e nel 2014.