In questi giorni è stata lanciata la sesta edizione del premio nazionale “Swiss Stop Islamization Award”, ideato e organizzato dal movimento politico “Il Guastafeste”. L’obiettivo del premio, dedicato alla memoria di Oriana Fallaci, è quello di attribuire ogni anno un riconoscimento morale e finanziario a tre persone o associazioni o organi di informazione che in Svizzera (o nei Paesi confinanti) si sono distinti per la loro spesso incompresa attività di critica, di denuncia e di informazione contro l’islamizzazione culturale e sociale del nostro Paese. Con coraggio essi si battono contro la reislamizzazione e la radicalizzazione dei musulmani laici, atei e progressisti perseguita dalle correnti fondamentaliste dell’islam politico e dai loro fanatici rappresentanti, il cui scopo è quello di impedire l’integrazione dei musulmani nella società occidentale per poi “usarli” in futuro con l’obiettivo di sostituire la democrazia con la sharia.
Criticare un’ideologia totalitaria, fascista, razzista, misogina e omofoba come l’islam politico non ha nulla a che vedere con il razzismo, come taluni ignoranti della materia credono, ma è un dovere di legittima difesa della nostra civiltà occidentale oltre che un diritto garantito dalla libertà di opinione e di espressione. Il Premio vuol favorire un dibattito serio attorno a questo spinoso argomento che i politici e molti giornalisti (specie in area rossoverde) non vogliono affrontare, favorendo con il loro silenzio, la loro censura e il loro atteggiamento autolesionista la diffusione del fondamentalismo islamico, che costituisce in tutto il mondo una minaccia per la libertà di stampa e di opinione. Meditate su questo aforisma: «Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.»
La prima edizione del Premio era stata vinta da Lorenzo Quadri, Mireille Vallette e Walter Wobmann : la seconda da Magdi Cristiano Allam, Sami Aldeeb e Alain Jean-Mairet ; la terza da Stefano Piazza, Uli Windisch e Shafique Keshavjee; la quarta da Eros Mellini, dall’Association Suisse Vigilance Islam e dal Comitato di Egerkingen; la quinta da Iris Canonica, da Éric Zemmour, da Pierre Cassen e dalla Fondazione Futur CH.
I tre vincitori saranno premiati con una somma di 2'000 franchi ciascuno. Per il finanziamento della sesta edizione, la cui premiazione si terrà in marzo, è stata lanciata una raccolta di fondi. L’obiettivo è di raccogliere 6'000 franchi.
Chi desidera sostenere questa iniziativa può farlo versando un contributo al seguente indirizzo: Movimento Politico “Il Guastafeste” - 6616 Losone – ccp 65-67871-6 – IBAN: CH62 0900 0000 6506 7871 6; con la menzione “Premio SSIA”.
I “nominati” per il 2023 sono nove. Per la regione linguistica italiana sono in lizza (in ordine alfabetico): Piero Marchesi, il Mattinonline.ch e l’italo-marocchina Souad Sbai (Italia); per quella di lingua francese: Alexandre Del Valle (Francia), il dr. Dominique Schwander (Vallese), Christine Tasin (Francia), Hamid Zanaz (Francia) e Alain Wagner (Francia); e per quella di lingua tedesca: Hamed Abdel-Samad (Germania).
Giorgio Ghiringhelli
Criticare un’ideologia totalitaria, fascista, razzista, misogina e omofoba come l’islam politico non ha nulla a che vedere con il razzismo, come taluni ignoranti della materia credono, ma è un dovere di legittima difesa della nostra civiltà occidentale oltre che un diritto garantito dalla libertà di opinione e di espressione. Il Premio vuol favorire un dibattito serio attorno a questo spinoso argomento che i politici e molti giornalisti (specie in area rossoverde) non vogliono affrontare, favorendo con il loro silenzio, la loro censura e il loro atteggiamento autolesionista la diffusione del fondamentalismo islamico, che costituisce in tutto il mondo una minaccia per la libertà di stampa e di opinione. Meditate su questo aforisma: «Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.»
La prima edizione del Premio era stata vinta da Lorenzo Quadri, Mireille Vallette e Walter Wobmann : la seconda da Magdi Cristiano Allam, Sami Aldeeb e Alain Jean-Mairet ; la terza da Stefano Piazza, Uli Windisch e Shafique Keshavjee; la quarta da Eros Mellini, dall’Association Suisse Vigilance Islam e dal Comitato di Egerkingen; la quinta da Iris Canonica, da Éric Zemmour, da Pierre Cassen e dalla Fondazione Futur CH.
I tre vincitori saranno premiati con una somma di 2'000 franchi ciascuno. Per il finanziamento della sesta edizione, la cui premiazione si terrà in marzo, è stata lanciata una raccolta di fondi. L’obiettivo è di raccogliere 6'000 franchi.
Chi desidera sostenere questa iniziativa può farlo versando un contributo al seguente indirizzo: Movimento Politico “Il Guastafeste” - 6616 Losone – ccp 65-67871-6 – IBAN: CH62 0900 0000 6506 7871 6; con la menzione “Premio SSIA”.
I “nominati” per il 2023 sono nove. Per la regione linguistica italiana sono in lizza (in ordine alfabetico): Piero Marchesi, il Mattinonline.ch e l’italo-marocchina Souad Sbai (Italia); per quella di lingua francese: Alexandre Del Valle (Francia), il dr. Dominique Schwander (Vallese), Christine Tasin (Francia), Hamid Zanaz (Francia) e Alain Wagner (Francia); e per quella di lingua tedesca: Hamed Abdel-Samad (Germania).
Giorgio Ghiringhelli