Giorgio: un nuovo libro: “Classiche motoristiche in Ticino e nei Grigioni e storia del rally in Ticino”. Ormai non la ferma più nessuno. Lei è diventato il biografo del nostro movimentomotoristico.
Effettivamente, quasi senza volerlo sono tornato ai vecchi amori, poiché già da quindicenne avevo avuto la possibilità di scrivere per il “Dovere”, occupandomi di sport motoristici. Una decina d’anni fa organizzai una mostra sui piloti ticinesi che corsero nei Gran Premi di auto e di moto, redigendo i testi per l’aspetto didattico: da qui l’idea del libro che porta lo stesso nome, uscito nel 2019. Con l’editore ci siamo chiesti dove questi piloti avessero imparato a correre. La risposta fu “in Ticino” e da qui il libro… che è diventato tanto ricco che abbiamo dovuto dividerlo in due volumi.
Alla presentazione della sua ultima fatica c’era pure Claudio Zali, consigliere di stato nonché ex pilota di rally. Cosa le ha detto?
Al di là del fatto che la sua presenza abbia fatto molto onore sia a me che a tutti i convenuti, gli ha fatto molto piacere che qualcuno sia andato a rispolverare tutto quanto sia legato agli sport motoristici nel Cantone, che lui conosce bene non solo per la politica, ma anche come rallista, avendo partecipato a diverse corse.
E allora: cosa rappresenta il nuovo libro?
Rappresenta tutto il movimento agonistico ticinese, motociclismo, rally e karting, cioè le gare dai suoi inizi a tutt’oggi; e guardi che la prima risale al 1906 quando si corse una “Lugano-San Gottardo”. In totale le diverse competizioni arrivano alla cinquantina: circuiti, cronoscalate, slalom e rally. Dalle gare sezionali via campionati nazionali agli europei fino a mondiali.
Le foto poi sono il fil rouge spettacolare: lei oltre che giornalista è anche fotografo.
La “Lugano-Gottardo” non la fotografai ancora… ma dagli anni ’70 in avanti sì, le nostre corse le ho visitate tutte.
In Ticino, fra l’altro, sono arrivati grandi campioni a disputare gare motoristiche. Citiamo: Alberto Ascari, Luigi Taveri, Mike Hailwood e Phil Read.
Ascari e Taveri corsero entrambi sui circuiti di Locarno: erano agli inizi della carriera, solo dopo sarebbero diventati famosi. I campioni del mondo Hailwood e Read invece vennero invitati alla salita del Generoso dall’attivissimo presidente Luigi Brenni.Grandi momenti!
Nel libro si spazia dalle cronoscalate ai circuiti, agli slalom e appunto ai rally. Tante prove, alcune delle quali però ostilizzate dalla burocrazia.
Purtroppo gli sport motoristici hanno sempre incontrato ostilità da parte di ambienti… chiamiamoli ecologici o paraecologici, i quali spesso corrono in governo a chiedere proibizioni e a far scattare movimenti burocratici. Sorvolando magari aspetti ben maggiori, ad esempio la fila di auto che settimanalmente ci sono alle piste di hockey. Viviamo in un paese dei “Verhinderer an der Macht”, scusate la divagazione, cioè gli oppositori al potere. Per fortuna che qualcuno riesce a tener fuori la testa dall’acqua.
Quale sono state a suo giudizio le gare più importanti e significative dell’ultra centenario panorama motoristico della Svizzera Italiana?
Nel motociclismo i circuiti di Locarno da metà anni ’30 al 1959 e il Gran Premio di Svizzera del 1930 attorno al San Salvatore; le salite del Generoso dal ’64 al ’72. Nell’automobilismo, le salite del Luzzone dal ’67 al ’69, l’ultima di campionato europeo. Nel karting le gare di Cornaredo a cavallo dei due secoli. Nei rally, fortunatamente, la tradizione di una gara ticinese esiste dal 1962.
Una lunga storia fatti di aneddoti e passione. In particolare nei rally.
Questa domanda cade a fagiolo. Ma lei lo sa che il primo vincitore di un rally in Ticino fu Silvio Moser nel 1962? E che la primissima competizione di un certo Clay Regazzoni fu proprio quella gara, “navigato” da Giorgio Conti che nel libro racconta vita e miracoli di quell’equipaggio? Quindi la mega-impresa di Krattiger-Daminelli, undicesimi al rally diMontecarlo dell’82. Più tardi con la Lugano e la Chicco d’Oro si formarono due scuderie che vinsero campionati svizzeri a raffica, fino ad arrivare al due volte campione svizzero Ivan Ballinari nell’ultimo lustro.
Lei, oltre alle gare di casa nostra, ha riferito, in qualità di cronista e inviato, anche delle prove di formula 1?
Tra fromula 1 e moto avrò assistito a duecento Gran Premi, oltre a 785 gare e 15 Mondiali di sci alpino… De Agostini, Figini, Lara Gut, grandi tempi!
La ricordiamo sulle piste di formula 1, a Monza in particolare, scattare foto negli Anni Settanta.
E se non vado errato ci andammo assieme nella vettura del compianto e indimenticabile fotografo Alessandro Carrara. Eravamo minorenni, quindi...
Che ne pensa della formula 1 odierna?
Troppo complicata. Non ci si può azzannare il sabato pomeriggio nelle qualifiche e la griglia viene pubblicata alle 23 di sera! E per ogni vite che sostituisci, alla prossima gara ti rifilano quattro posizioni di punizione. La formula 1 sta perdendo in simpatia, inoltre ci si mette anche la beneamata Ferrari che, finalmente competitiva, butta via le proprie chances al muretto dei box. Verstappen però non ha rubato niente a nessuno.
Non è ora che in Svizzera si torni a gareggiare anche in circuito?
Certamente! Se pensiamo che l’ultimo Gran Premio fu disputato 70 anni fa a Berna, al Bremgarten... Non ho mai considerato che un circuito svizzero fosse la conditio sine qua non per lo sviluppo del nostro automobilismo, anzi, ben al contrario, gli esponenti elvetici corrono dappertutto e con lusinghieri risultati. Anche se avessimo un circuito, vuoi disputare tutte le gare del campionato nazionale sulla medesima pista? Circuito: ci hanno provato col Gran Premio della Formula E a Berna: fallimento totale proprio grazie all’onda rossoverde che ha distrutto tutto quanto trovato sul percorso di gara alla vigilia. Ma a conti fatti, un gran premio di formula 1 proprio in Svizzera, eccome ci starebbe! Ma dove? In quale città? Su un aerodromo militare? Finché sarà militare, dimentichiamoci ogni discorso. A Payerne e Dübendorf la popolazione preferisce i penetranti ululati dei “caccia” dell’esercito che non tre giorni di Formula 1.
M.A.