KITZBÜHEL (Austria) - Quando Beat Feuz conclude la discesa sulla terribile Streif di Kitzbüehl, un boato lo accoglie al traguardo: gli oltre 40 mila tifosi accorsi alla stazione invernale austriaca gli tributano calorosi e strameritati applausi: è il culmine di una carriera chiusa a 36 anni e ricca di grandi successi. Dal suo debutto nel 2006 nel super G di Reiteralm (Austria), lo sciatore bernese ha vinto un oro olimpico, un oro iridato, quattro coppe del Mondo di discesa, la sua disciplina prediletta, e 16 gare di CdM. Un percorso spettacolare e di assoluto valore, che lo inseriscono di diritto nella lista dei più grandi interpreti dello sci alpino di tutti i tempi. E ieri ci ha provato ancora, ma senza successo: ha infatti concluso al sedicesimo posto, penalizzato da una prima parte di corsa complicata.
Lo sci e lo sport rossocrociato gli devono comunque molto e il suo ritiro dalle competizioni lascerà senza dubbio un vuoto difficile per il momento da colmare. La libera di ieri, la seconda in due giorni, è stata per contro vinta dal norvegese Aleksander Aamodt Kilde che ha messo in riga senza troppi problemi la concorrenza: al secondo posto si è classificato il 42enne francese Johan Clarey, il quale ha preceduto lo statunitense Travis Ganong. Entrambi alla loro ultima apparizione sulla Streif. Il dominio di Kilde è stato netto: sin dalle prime battute si è capito che avrebbe messo in fila tutti gli altri, riparando in un certo modo a quel errore commesso venerdì che gli aveva impedito di lottare ad armi pari con il vincitore austriaco Vincent Kirchmayr.
Al termine della prova il norvegese, ai microfoni della SRG, ha avuto parole di elogio per Beat Feuz: “ Un grande campione, al quale va il nostro ringraziamento per aver dato lustro al nostro sport”. E gli svizzeri? Dopo il bellissimo terzo posto di venerdì, Niels Hintermann non ha saputo ripetersi, finendo la prova in decima posizione, a quasi due secondi dal vincitore. Solo 23esimo Stefan Rogentin, più indietro Gilles Roulin e Alexis Monney. Non ha partecipato alla gara, perché acciaccato, il leader di Coppa del Mondo, il nostro Marc Odermatt.