Il Tribunale federale ha confermato l'espulsione di un cittadino eritreo che nel 2018 aveva aggredito sessualmente una giovane donna prima di tentare di investirla con la sua auto. L'episodio risale a una serata di marzo 2018, quando l'uomo, che lavorava come autista di Uber, aveva prelevato la sua cliente a Losanna e doveva portarla ad Attalens (FR). Durante il viaggio l'uomo le aveva prima accarezzato il viso, prima di infilarle un dito in bocca.
La passeggera aveva respinto questo secondo tocco e il quarantenne ne aveva approfittato per afferrare la mano della ragazza e metterla sul suo sesso eretto. La vittima, 26enne all'epoca, ha poi chiamato il suo compagno per chiedere aiuto. Quest'ultimo era presente quando il veicolo è arrivato a destinazione, e una volta scesa dall'auto l'autista ha cercato di investire due volte la coppia, mancandola di poco.
Condannato nel 2021 a 20 mesi di reclusione e all'espulsione dalla Svizzera per cinque anni, l'eritreo ha portato il caso al Tribunale federale, che lo ha respinto, come riporta "La Liberté". Per i giudici, il fatto che il conducente sia padre di due bambini svizzeri non è stato sufficiente a far pendere la bilancia a suo favore. Hanno ritenuto che il tribunale cantonale di Friburgo non fosse stato arbitrario nel ritenere che l'interesse pubblico all'espulsione fosse superiore all'interesse privato del ricorrente a rimanere con la sua famiglia in Svizzera, "data la gravità dei reati commessi, la mancanza di consapevolezza del ricorrente, la sua integrazione mista in Svizzera e le prospettive che ha ancora di reintegrarsi nel suo Paese d'origine, dove è nato e ha vissuto la maggior parte della sua vita".