Daniele: a volte vincere non basta…
Premetto che la mia posizione è al vaglio della società e nulla è ancora definitivo. In questi giorni non si decide soltanto il mio futuro ma anche quello del club. Sono in arrivo nuovi investitori e siccome il Martigny ha bisogno di aiuti economici per affrontare la nuova avventura in Swiss League, saranno loro a dettare la linea societaria e sportiva.
E cioè?
In pratica porteranno un nuovo direttore tecnico ed un nuovo head coach. E quindi per me non ci sarebbe più posto o meglio: potrei fungere da assistente al nuovo venuto. Così mi è stato ventilato dai dirigenti attuali. Una situazione quanto meno strana. Certo: per me sarebbe molto amaro lasciare dopo aver vinto Coppa e campionato. Ma la logica del business è questa: metto i soldi e allora comando. Vediamo. Nei prossimi giorni ne saprò sicuramente di più.
Intanto però la piazza è in fermento.
Certo: la promozione ha mandato in fibrillazione tutto l’ambiente vallesano. Non era facile. Dapprima l’ottenimento della licenza (oltre al Martigny anche l’Arosa aveva lanciato la sua candidatura, ndr) e poi le sfide con il Thun per vincere il campionato. Adesso Martigny sogna, anche se ci sono ancora diverse cose da sistemare.
La pista, per esempio.
Il Forum è una delle più vecchie della Svizzera. Per ragioni di sicurezza può contenere solo 1600 spettatori mentre in realtà ce ne starebbero 3000. Esiste un progetto di costruzione di una nuova struttura ma per il momento la situazione non sembra sbloccarsi.
E poi?
Siamo un club di dilettanti, o quasi. Io per esempiodivido il mio lavoro di coach con quello di fisioterapista. Ho aperto da qualche tempo uno studio con due amici e anche questa attività mi prende parecchio tempo. Diciamo che lavoro al 150 per cento fra club e mestiere...( ride, ndr). Insomma: a certi livelli si deve praticare il professionismo, altrimenti non si va lontano.
Torniamo alla vostra stagione: trionfale!
È stata semplicemente fantastica. Siamo stati protagonisti sui due fronti e alla fine abbiamo raccolto il massimo. Direi che l’elemento fondamentale sia stato il gruppo. Un gruppo sempre compatto e solidale, con valori tecnici che sono alla lunga sono emersi. E anche una squadra con un tasso d’esperienza mica male se penso a giocatori quali Gailland, Merola, Iglesias, Vermeille o Rimann, gente che ha giocato in Lega Nazionale B e pure in National League.
Ma ora viene il difficile. Per la Swiss League l’attuale rosa basta?
No, assolutamente. Ci vogliono rinforzi. Vero: nel prossimo campionato non è prevista la relegazione ma credo che la società non voglia accontentarsi. Arrivare ultimo o penultimo non è nelle intenzioni del Martigny. Aspettiamo perciò gli eventi, aspettiamo cosa succederà in società.
Con il Martigny, la prossima stagione il Vallese avrà tre squadre nel torneo cadetto. Che ne pensa? Sicuramente bello dal profilo sportivo e delle emozioni. Ci sarà tanto da discutere sui mass media! Se però guardo alla realtà delle cose mi accorgo che la geografia dell’hockey svizzero avrebbe bisogno di un solo club vallesano di livello. Solido, economicamente sostenibile e in grado di fare la sua bella figura. Averne tre significa disperdere sponsor ed energie.
E una eventuale fusione futura?
È come chiedere ad un tifoso dell’Ambrì o del Lugano, di congiungere i due club. No, in Vallese la rivalità è troppo elevata. È la linfa dell’ hockey di questa regione. Impensabile.
M.A.
Ma ora viene il difficile. Per la Swiss League l’attuale rosa basta?
No, assolutamente. Ci vogliono rinforzi. Vero: nel prossimo campionato non è prevista la relegazione ma credo che la società non voglia accontentarsi. Arrivare ultimo o penultimo non è nelle intenzioni del Martigny. Aspettiamo perciò gli eventi, aspettiamo cosa succederà in società.
Con il Martigny, la prossima stagione il Vallese avrà tre squadre nel torneo cadetto. Che ne pensa? Sicuramente bello dal profilo sportivo e delle emozioni. Ci sarà tanto da discutere sui mass media! Se però guardo alla realtà delle cose mi accorgo che la geografia dell’hockey svizzero avrebbe bisogno di un solo club vallesano di livello. Solido, economicamente sostenibile e in grado di fare la sua bella figura. Averne tre significa disperdere sponsor ed energie.
E una eventuale fusione futura?
È come chiedere ad un tifoso dell’Ambrì o del Lugano, di congiungere i due club. No, in Vallese la rivalità è troppo elevata. È la linfa dell’ hockey di questa regione. Impensabile.
M.A.