Sport, 16 maggio 2023

“Non sono no vax, ma incarcerato con i profughi di guerra. Impossibile essere amico di Nadal e Federer”

Novak Djokovic si è raccontato al ‘Corriere della Sera’ e ha ripercorso anche quanto avvenuto lo scorso anno in Australia

ROMA (Italia) – Mercoledì scorso lo abbiamo visto seduto in tribuna a San Siro a vedere il suo Milan scendere in campo contro l’Inter in occasione dell’Euroderby di andata di Champions League, poi è stato il suo di turno di scendere in campo e di indossare la tenuta di ordinanza. Questa volta, però, su di un campo di terra rossa, quello del Foro Italico di Roma dove Novak Djokovic sta disputando gli Internazionali di Italia, uno dei più importanti Masters 1000 dell’anno. Nole è arrivato a Roma da numero 1, ma poi volerà a Parigi perdendo lo scettro in favore del nuovo fenomeno spagnolo, Alcaraz. A proposito di spagnoli, Djokovic in un’intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’ ha voluto subito chiarire i rapporti che intercorrono con Nadal… e con Federer.
 
 
“Tra rivali è impossibile essere amici, non lo siamo mai stati, ma non siamo mai stati neanche nemici. Ho sempre avuto rispetto, Federer è stato uno dei più grandi di tutti i tempo, ma non abbiamo mai provato a diventare amici. Nadal, invece, ha solo un anno in più di me, siamo tutti e due dei Gemelli e all’inizio siamo andati a cena assieme, due volte. Ma anche con lui l’amicizia è impossibile. Grazie a loro due, comunque, sono cresciuto e sono diventato quello che sono. Questo ci unirà per sempre e provo gratitudine nei loro confronti: Nadal è parte della mia vita, negli ultimi 15 anni ho visto più lui di mia mamma”, ha spiegato il serbo. 

 
 
Djokovic ha poi parlato del covid, dei vaccini e di quanto ha vissuto nel gennaio 2022 in Australia. “Non sono novax, non ho mai detto di esserlo. Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. A Melbourne mi hanno tenuto in un carcere, non potevo aprire le finestre. Ho trovato ragazzi, profughi di guerra che erano lì da moltissimo tempo. Il mio caso ha gettato luce su di loro, quasi tutti sono stati liberati. Un giovane siriano era lì da nove anni: ora è in America e lo inviterò agli US Open”.
 
 
Nole ha poi raccontato un aneddoto davvero particolare di quando era bambino e si ritrovò davanti a un lupo: “Ero solo nella foresta, avrò avuto dieci anni e ci trovammo di fronte. Provai una paura profonda, ci siamo guardati per dieci secondi, i più lunghi della mia vita: provai una sensazione fortissima, una connessione d’anima e di spirito. Non ho mai creduto alle coincidenze e pure quel lupo non lo era”. Per poi concentrarsi sulla figura di suo padre. “Quando ero piccolo si indebitò e andò dagli strozzini, criminali. Gli chiesero un interesse del 12,5%. Poi aggiunsero: ‘Hai fretta? Allora 15%’”.

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