Fu l’inizio della fine: dopo il Lugano, dopo il Bellinzona ora toccava anche al Locarno: uno smacco e una vergogna. Eppure il buon Frigo, con altri amici (citiamoli: Sergio De Bernardi, Mauro Cavalli, Antonio Straci, Stelio Mondini e Claudio Vassalli) si rimboccò le maniche e creò praticamente da zero un club ed una squadra. In pochi mesi, il tecnico valmaggese, certamente la persona più rappresentativa di questa società, ha saputo rivitalizzare tutto l’ambiente e lanciarsi con entusiasmo e determinazione verso l’unico vero obiettivo possibile: la risalita verso categorie più prestigiose. Come la Seconda Elite interregionale, raggiunta settimana scorsa dopo lo spareggio contro i solettesi dell’Iliria.
“Il peggio è ormai passato – ci ha detto nei giorni scorsi Remy Frigomosca – guardiamo al futuro con serenità e fiducia”. Con lui abbiamo passato in rassegna gli ultimi 5 anni del Locarno e dato uno sguardo al futuro.
Il fallimento del 2018: “Avevo preso in mano il Locarno nella seconda metà del campionato 2017/2018. Eravamo in Seconda Elite e le cose, a livello societario, andavano malissimo. Avevamo capito che prima o poi il club sarebbe fallito. E quando avvenne l’irreparabile, ci furono momenti di grande sconforto: ci chiedevamo come avremmo potuto fare per ricostruire la società e poi la squadra. Non avevamo un soldo bucato, non avevamo un giocatore, salvo Loris Ziccardi, e la credibilità del club era ai minimi storici. Con quale faccia ci saremmo presentati dinanzi a potenziali sponsor?”.
Un gruppo di amici: “Per fortuna, c’era ancora qualcuno che voleva bene al Locarno. A cominciare dal Pardo club e dai tifosi, che ci diedero subito una mano. Il grande lavoro venne svolto da Sergio De Bernardi, che si mise a disposizione senza se e senza ma, Mauro Cavalli e Claudio Vassalli e dal sottoscritto. Non era facile convincere la gente che avevamo un progetto serio: e quindi ci volle un po’ di tempo per riconquistare la loro fiducia. Ma alla fine, era il mese di luglio del 2018, ripartimmo dalla Quinta Lega. Cominciava la nostra grande avventura”.
Il primo giocatore: “Ricordo che il primo giocatore tesserato del nuovo Locarno fu il portiere Fabian Schönwetter, figlio del popolare Pauli. Vi posso garantire che non fu semplice riempire di nomi quel foglio bianco che avevo sul tavolo. Con me c’era anche Loris Ziccardi, capitano di lungo corso, che conoscevo da una decina di anni e mi seguiva sin dai tempi del Losone”.
Mauro Cavalli: “Mi preme ricordare la figura del nostro presidente. Senza di lui, probabilmente, il Locarno oggi non sarebbe dov’è. È stato ed è un aiuto preziosissimo a tutti livelli: economico, sportivo e sociale. Mauro è un vero factotum. Imprescindibile, direi”.
Momento difficile: “La morte di Sergio De Bernardi per covid è stata per noi un bruttissimo colpo. Tutto l’ambiente è finito sotto choc ed è stato difficile trovare le motivazioni per continuare. RicordoSergio con affetto. Rimarrà per sempre nei nostricuori”.
2021, anno horribilis: “Il decesso di Sergio De Bernardi, il ricovero del suo vice Mauro Cavalli,
poi diventato presidente, è stato un momento umanamente molto delicato. Senza dimenticare la vicenda della tribuna divelta a causa della furia degli elementi e infine la brutta storia della partita contro il Semine. Dire che è stato un anno da dimenticare sembra quasi banale. La promozione in Seconda Lega avvenuta a giugno ha mitigato un po' la tristezza e la delusione”.
La partita della vergogna: “Poi è arrivata una delle più brutte giornate da quando sono a Locarno: la partita contro il Semine è stata decisamente pessima dal punto di vista dell’immagine: sia per noi che il calcio ticinese e lo sport in generale. Una mazzata che non ci voleva, anche se a molta gente ha fatto comodo cavalcare l’onda e sguazzarci dentro più del dovuto perché siamo il Locarno. Ogni riferimento al presidente della federazione Biancardi è casuale…”.
Il più complicato: “Abbiamo conquistato quattro promozioni e forse senza il Covid oggi per il Locarno parleremmo di un’altra categoria. La promozione più difficile? Certamente quella che ci ha portato dalla Terza alla Seconda Lega Regionale. Il testa a testa contro il Ravecchia fu molto duro e impegnativo. Se non sbaglio loro avevano in rosa cinque o sei argentini. Alla fine però la spuntammo noi”.
Cruccio personale: “Da quando sono a Locarno non ho mai vinto la Coppa Ticino. Era un mio obiettivo e il fatto di non averlo raggiunto mi duole un poco. Con le bianche casacche, malgrado fossimo una delle squadre migliori, non sono mai arrivato in finale”.
Poche sconfitte: “Dal 2018, dal campionato di Quinta a quello recente di Seconda, avremmo perso si e no 4/5 partite. Non ricordo con esattezza. Ma siamo stati davvero bravi. Bisogna tener conto che tutte le squadre che abbiamo incontrato si sono battute con il coltello fra i denti perché di fronte avevamo il Locarno. Capitava anche al Bellinzona qualche anno fa”.
Emanuele Di Zenzo: “È entrato nel nostro staff con grande passione e umiltà. Grazie al suo passato di calciatore della massima serie nazionale, ha messo disposizione della squadra e del club la sua esperienza e le sue conoscenze”.
Tutti confermati: “Salvo clamorose sorprese, ci saremo tutti alla ripresa del campionato. Il presidente Mauro Cavalli, il sottoscritto e gli altri dirigenti. Speriamo naturalmente di poter contare anche sulla collaborazione dell’ex presidente bianconero Angelo Renzetti, che durante le due ultime stagioni ci è stato molto vicino. Con il figlio Luca è stato molto prezioso”.
Gruppo ostico: “Ci hanno inseriti nel gruppo della Svizzera Centrale assieme allo Zugo 1994 e al Buochs. Ma i pericoli maggiori dovrebbero arrivare dal Ticino: il Collina d’Oro sta costruendo uno squadrone. E poi non dimenticherei Ascona e Gambarogno. Ci saranno, insomma, tanti derby. Meglio così, avremo più pubblico allo stadio”.
Obiettivo: “Non credo di dire nulla di nuovo o sorprendente: il Locarno non vuole fermarsi! Certo, sarà un torneo difficilissimo e impegnativo quello di Seconda Elite Interregionale. Ci stiamo muovendo sul mercato e faremo degli inserimenti mirati su una rosa già molto buona. Prima Lega Classic? È un obiettivo. Ma per ora godiamoci il momento, godiamoci la quarta splendida promozione in cinqueanni”.
M.A.
La partita della vergogna: “Poi è arrivata una delle più brutte giornate da quando sono a Locarno: la partita contro il Semine è stata decisamente pessima dal punto di vista dell’immagine: sia per noi che il calcio ticinese e lo sport in generale. Una mazzata che non ci voleva, anche se a molta gente ha fatto comodo cavalcare l’onda e sguazzarci dentro più del dovuto perché siamo il Locarno. Ogni riferimento al presidente della federazione Biancardi è casuale…”.
Il più complicato: “Abbiamo conquistato quattro promozioni e forse senza il Covid oggi per il Locarno parleremmo di un’altra categoria. La promozione più difficile? Certamente quella che ci ha portato dalla Terza alla Seconda Lega Regionale. Il testa a testa contro il Ravecchia fu molto duro e impegnativo. Se non sbaglio loro avevano in rosa cinque o sei argentini. Alla fine però la spuntammo noi”.
Cruccio personale: “Da quando sono a Locarno non ho mai vinto la Coppa Ticino. Era un mio obiettivo e il fatto di non averlo raggiunto mi duole un poco. Con le bianche casacche, malgrado fossimo una delle squadre migliori, non sono mai arrivato in finale”.
Poche sconfitte: “Dal 2018, dal campionato di Quinta a quello recente di Seconda, avremmo perso si e no 4/5 partite. Non ricordo con esattezza. Ma siamo stati davvero bravi. Bisogna tener conto che tutte le squadre che abbiamo incontrato si sono battute con il coltello fra i denti perché di fronte avevamo il Locarno. Capitava anche al Bellinzona qualche anno fa”.
Emanuele Di Zenzo: “È entrato nel nostro staff con grande passione e umiltà. Grazie al suo passato di calciatore della massima serie nazionale, ha messo disposizione della squadra e del club la sua esperienza e le sue conoscenze”.
Tutti confermati: “Salvo clamorose sorprese, ci saremo tutti alla ripresa del campionato. Il presidente Mauro Cavalli, il sottoscritto e gli altri dirigenti. Speriamo naturalmente di poter contare anche sulla collaborazione dell’ex presidente bianconero Angelo Renzetti, che durante le due ultime stagioni ci è stato molto vicino. Con il figlio Luca è stato molto prezioso”.
Gruppo ostico: “Ci hanno inseriti nel gruppo della Svizzera Centrale assieme allo Zugo 1994 e al Buochs. Ma i pericoli maggiori dovrebbero arrivare dal Ticino: il Collina d’Oro sta costruendo uno squadrone. E poi non dimenticherei Ascona e Gambarogno. Ci saranno, insomma, tanti derby. Meglio così, avremo più pubblico allo stadio”.
Obiettivo: “Non credo di dire nulla di nuovo o sorprendente: il Locarno non vuole fermarsi! Certo, sarà un torneo difficilissimo e impegnativo quello di Seconda Elite Interregionale. Ci stiamo muovendo sul mercato e faremo degli inserimenti mirati su una rosa già molto buona. Prima Lega Classic? È un obiettivo. Ma per ora godiamoci il momento, godiamoci la quarta splendida promozione in cinqueanni”.
M.A.