LONDRA (Gbr) – Dopo New York ecco Londra. Dopo gli US Open, ecco Wimbledon. Alcaraz l’ha rifatto e nel breve volgere di meno di un anno, lo spagnolo si ritrova già con due Slam in bacheca. Chissà come sarebbe andata se un infortunio non gli avesse tolto la possibilità di disputare gli Australian Open e se i crampi non l’avessero messo KO a Parigi. Guardare al passato serve a poco, lo sappiamo, ma questo Alcaraz sembrerebbe pronto a riscrivere nuovamente la storia del tennis. Quella storia che negli ultimi 20 anni hanno letteralmente inciso Roger Federer, Rafael Nadal, Novak Djokovic e in parte anche Andy Murray e Stanislas Wawrinka. 20 anni, non certo un numero a caso: era dal 2002 – quando a Wimbledon vinse Lleyton Hewitt – che sull’erba londinese non si vedeva un vincitore diverso dai cinque tennisti elencati prima: 8 le vittorie per Roger, 7 quelle di Nole, 2 a testa per Rafa e Murray.
Imponendosi ieri al termine di 5 set pazzeschi, dopo una sfida tiratissima, decisa verosimilmente non tanto dal break trovato dall’iberico a inizio quinto parziale, ma dal tie break conquistato nel secondo – Nole arrivava da una striscia di 14 tie-break consecutivi vinti negli Slam – e dall’infinito quinto game del terzo parziale – durato 28’ e con 13 ripetizioni dei vantaggi – Alcaraz ha anche “salvato” uno dei pochi record ancora in possesso di Roger Federer: l’elvetico poteva essere raggiunto da Djokovic a quota 8 Wimbledon vinti. Nole, in ogni caso, ha siglato l’ennesimo record di una carriera impreziosita da 23 Slam conquistati: quella disputata a Wimbledon è stata la sua 35a finale Slam. Una cosa pazzesca!
Un altro dato potrebbe spiegare l’impresa sportiva fatta registrata dal terribile spagnolo che fin da piccolo aveva nel mirino il Roland Garros e proprio Wimbledon: imponendosi sul centrale dell’All England Club, ha interrotto un’egemonia pazzesca di Djokovic. Il serbo non perdeva su quel campo da 45 partite, ovvero dal 7 luglio 2013, quando uscì sconfitto in finale contro Andy Murray. L’ultimo KO di Nole a Wimbledon era datato 12 luglio 2017, quando nei quarti di finale di arrese – ma sul Campo Numero 1 – all’infortunio al gomito destro e a Tomas Berdych!
Sicuramente Djokovic continuerà a vincere Slam e tornei, perché le sue qualità non si discutono, ma Alcaraz ha dimostrato ancora una volta di essere pronto a prendere il posto suo e di tutti i Fab Four. I suoi dritti a sventaglio sono una sentenza, i suoi tocchi pura poesia, i suoi servizi risultano spesso imprendibili e ora anche le statistiche iniziano a parlare per lui: dal 2005 è il primo tennista, a parte Wawrinka, ad aver conquistato 2 Slam nell’epoca dei terribili quattro (Roger, Rafa, Nole e Murray). A 20 anni e 2 mesi è diventato il quinto più giovane campione di Wimbledon, battendo e non di poco tutti quelli appena citati, e il sesto ad avere già 2 titoli Slam (solo Nadal, tra i terribili 4 ci riuscì prima, a 20 anni e 8 giorni).
Insomma, la strada sembrerebbe già bella che segnata… una strada fatta di successi, record e affermazioni, condite da un tennis sublime. Quello di Carlos Alcaraz.