Una donna ha fatto causa all'azienda per cui lavorava perché pagata meno di un collega maschio. Ma non solo la sua determinazione non ha dato i suoi frutti, la giovane ex-impiegata dovrà pure risarcire la società. La donna era dipendente di una società pubblica attiva nella fornitura di energia a Neuchâtel dove percepiva uno stipendio inferiore a quello del suo principale collega: Una differenza che lei ha attribuito alla discriminazione basata sul genere che avrebbe hanno portato i due membri dello stesso dipartimento a essere collocati in classi salariali diverse.
Il Tribunale federale (TF) ha respinto la richiesta di questa specialista della comunicazione in una sentenza pubblicata lunedì. Il suo ultimo stipendio era di 5990 franchi mensili, con la tredicesima. Tutto bene finchè, come si legge nella sentenza, “si accorse, durante un colloquio informale con il suo collega uomo, che questi riceveva 658 fr. di più al mese”, riassume il TF. Si è quindi lamentata presso il dipartimento delle risorse umane, che hanno negato qualsiasi discriminazione. La dipendente ha quindi rassegnato le dimissioni e si è rivolto alla giustizia, chiedendo in particolare 29'560 fr. più interessi a titolo di compensazione della differenza salariale.
Il TF ha osservato che il giudice precedente “ha ritenuto che la dipendente non svolgesse le stesse attività del collega uomo, cosa che lei stessa ha ammesso” motivo per cui “la differenza di stipendio tra lei e la sua collega è legata al fatto che non svolgevano le stesse mansioni e non avevano gli stessi profili o le stesse competenze”, sostiene la TF. Alla fine, la donna dovrà pagare 1000 franchi di spese processuali e 1500 franchi di risarcimento alla sua ex azienda.