ROMA (Italia) – Ululati, cori contro i giocatori di colore o di altre nazionalità, scontri sugli spalti (se non in campo). Sono tanti i problemi che attanagliano il calcio all’interno degli stadi e allora la Lega Serie A sta pensando di correre ai ripari con nuove regole e direttive forse un po’ troppo invasive. Vi ricordate il subbuglio creato dall’inserimento obbligatorio del biglietto nominale per riconoscere chi entra effettivamente allo stadio? Beh, sarebbe acqua passata, un granello di sabbia in un deserto a confronto dell’ultima pensata nata in Italia, ovvero quella di permettere l’ingresso negli impianti sportivi solo tramite riconoscimento facciale tramite scanner del volto. Insomma, come avviene negli aeroporti e in alcuni impianti sportivi, come a New York.
Il progetto è stato lanciato negli scorsi giorni dal delegato della Lega italiana, Luigi De Siervo. Un’idea ancora ovviamente allo stato embrionale, che andrà approfondita ma che già ha mandato su tutte le furie i tifosi, non per forza gli ultras, della vicina Penisola. Il progetto prevede che chi acquisti un biglietto o un abbonamento allo stadio firmi una liberatori per l’utilizzo dei dati biometrici per gli usi necessari: l’apertura dei tornelli e l’individuazione di violenti e razzisti.
I problemi, ovviamente, sono molteplici. Prima fra tutte la privacy, visto che i dati sul volto sono una questione strettamente personale e sentita. Ma anche le forze dell’ordine hanno già storto il naso: l’identificazione immediata di un violento o razzista porterebbe a surriscaldare ancora di più gli animi e costringerebbe il personale di sicurezza a un extra lavoro durante le partite.
Insomma, il cammino per questa nuova regola è lungo e già si vedono fin troppi problemi…