Lo Suisse Energy Club, l'associazione promotrice dell'iniziativa “Stop al blackout”, avrebbe raccolto le necessarie 100'000 firme per sottoporre il testo alla popolazione, secondo quanto riferito da fonti di stampa. L'iniziativa mira a garantire in ogni momento l'approvvigionamento elettrico della Svizzera senza aumentare la nostra dipendenza dall'estero. Il testo specifica che non dovrebbe esserci alcun divieto verso una specifica tecnologia. Anche se non menzionato direttamente, l'iniziativa intende abolire il divieto di costruire nuove centrali nucleari, divieto approvato in votazione popolare nel 2017.
Gli iniziativisti si appoggiano, tra le altre cose, a un recente studio dell'EPFZ commissionato da EconomieSuisse secondo cui, per soddisfare il fabbisogno energetico della Svizzera, sarebbe necessario allungare la vita delle centrali esistenti e costruirne una nuova a partire dal 2040.
I ricercatori dell'EPFZ accolgono con favore il massiccio sviluppo del fotovoltaico sui tetti. Ma da solo non garantisce la sicurezza dell’approvvigionamento, hanno calcolato. Abbiamo quindi bisogno o del nucleare “o di uno sviluppo equivalente degli impianti eolici e solari alpini”. «”on sarà possibile rinunciare né alle centrali nucleari né ad altri grandi impianti rinnovabili”, avverte il comunicato stampa di EconomieSuisse.
I ricercatori dell’EPFZ temono soprattutto la carenza di elettricità in inverno. La Svizzera potrebbe essere costretta a importare fino a 10 TWh di elettricità durante la stagione fredda, ovvero tre volte il consumo annuo della città di Zurigo. Sarebbe quindi saggio prolungare la vita operativa delle centrali nucleari “per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento e aprire prospettive economiche”.