Dopo il Consiglio degli Stati della settimana scorsa, il Consiglio nazionale ha adottato martedì una mozione della Commissione per la politica di sicurezza che chiede di mettere al bando “l'organizzazione terroristica Hamas”. Il relatore della Commissione per la politica di sicurezza, Fabien Fivaz (V/NE), ha chiarito il quadro dell’approccio: “Non si tratta di prendere posizione nel conflitto in corso in Medio Oriente. Si tratta di ripetere la posizione e i valori della Svizzera; in primo luogo, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. Gli attacchi disumani del 7 ottobre ci costringono ad agire”.
Concretamente, questo divieto contro Hamas persegue diversi obiettivi: “Uno dei punti centrali collegati è il blocco dei flussi finanziari che consentono il finanziamento del terrorismo, constata Fivaz. Al di là degli aspetti simbolici e finanziari, il divieto deve impedire il reclutamento, la fornitura di risorse materiali o umane e le azioni di propaganda. Colpisce non solo l'organizzazione stessa, ma anche tutte le altre che la supportano.
Il dibattito su questo tema ha permesso alla consigliera federale Élisabeth Baume-Schneider di ricordare la posizione inequivocabile del governo svizzero: “L’11 ottobre 2023, ha ricordato, quattro giorni dopo l’attacco terroristico, il Consiglio federale ha ritenuto che Hamas dovesse essere qualificato come un organizzazione terroristica. Sono state esaminate le opzioni legali per vietare l’organizzazione”.
Come precisato sopra, il Consiglio federale sta preparando una legge specifica: “Conferirà alle autorità federali gli strumenti adeguati e utili per lottare contro eventuali attività di Hamas o sostegno all'organizzazione in Svizzera, ha precisato la giurassiana. Oltre all'ormai evidente carattere terroristico di questo gruppo, tre ragioni sono al centro della decisione del Consiglio federale: il rafforzamento del perseguimento penale, le misure preventive di polizia e la lotta contro il finanziamento del terrorismo.
A coloro che ritengono che il Consiglio federale si muova troppo lentamente, ha chiarito che ha deciso di seguire la procedura ordinaria nell’elaborazione di questa legge, perché non vi è alcun pericolo: “Secondo il servizio informativo della Confederazione, Hamas non è attivo in Svizzera e speriamo davvero che questa situazione possa essere mantenuta. Il Consiglio federale ha quindi ritenuto coerente che non esistessero né ragioni temporali né materiali sufficienti per dichiarare urgente il divieto. (…) Il mio dipartimento e il DDPS presenteranno al Consiglio federale entro la fine di febbraio un progetto legislativo che vieta l’organizzazione”.