Da diversi anni, all'estero come in Svizzera, il protossido d'azoto, meglio conosciuto come gas esilarante, sta diventando sempre più popolare, specie tra i giovani. Di fronte a questa tendenza, alcuni paesi ne hanno recentemente vietato l’uso per scopi ricreativi. In Svizzera questa sostanza, originariamente utilizzata in medicina e in cucina, rimane legale e può essere acquistata facilmente.
Sebbene il Consiglio federale assicuri che “il suo consumo come droga ricreativa rappresenta un fenomeno marginale”, recentemente si è diffuso nel mondo della vita notturna. Ancora più preoccupante è il fatto che alcuni utenti della strada fanno tiri durante la guida. “Se l’inalazione avviene in un ambiente festoso e sicuro, perché no… Il problema è quando i consumatori si mettono al volante. Stiamo riscontrando notevoli effetti sulla capacità di guida, afferma Alexandre Brahier, portavoce della polizia cantonale di Ginevra a “20 minutes”. Gli effetti desiderati sono l'ilarità e l'indolenza, ma durano solo pochi minuti, il che incoraggia il consumo eccessivo.
Diversi incidenti recenti dimostrano che il pericolo esiste. A metà ottobre un uomo ha inalato del gas esilarante mentre guidava sulla A9 nel Vallese. Disorientato e presentante sintomi paranoici, ha dovuto essere ricoverato in ospedale. A Ginevra, nell'agosto 2021, è stata controllata un'auto che guidava ad alta velocità e a bordo la polizia ha trovato due passeggeri che stavano inalando il prodotto. La pattuglia ha scoperto nove bottiglie nel veicolo. Nello stesso anno a Basilea un giovane è deceduto in seguito ad un incidente un giovane sotto l'effetto di questa sostanza.
Sempre a Ginevra, nel gennaio 2022, una persona apparentemente sotto l'effetto del protossido di azoto ha causato un incidente. Per l'associazione Addiction Suisse “questa lista è solo la punta dell’iceberg. La grande difficoltà sta nello stabilire un legame tra il consumo del prodotto e un comportamento inappropriato, perché la sostanza scompare dall'organismo particolarmente rapidamente. Interpellate, le polizie vallesane e vodesi hanno tuttavia dichiarato di aver constatato soltanto casi isolati.
Anche tra la politica cresce la preoccupazione. La scorsa settimana la consigliera agli Stati Marianne Maret (Centro/VS) ha presentato un'interpellanza in cui sottolinea la mancanza di dati sull'argomento e l'inerzia delle autorità. Preoccupata anche per la situazione, Addiction Suisse ricorda che “i rischi legati al consumo sono considerevoli”. Per il momento l'associazione non dispone tuttavia di dati recenti sull'argomento.