SCI - In Svizzera bere e guidare è giustamente vietato. Bere e sciare, invece, no. Oggi non esiste alcuna soglia legale di alcolemia per chi scende sulle piste, nonostante velocità elevate e rischi concreti. Un vuoto normativo che emerge soprattutto nel tardo pomeriggio, tra après-ski, ultimi impianti e discese affrontate con lucidità ridotta.
Secondo il BPA, il 62% degli sciatori dice di non scendere mai dopo aver bevuto. Resta però una minoranza consistente che lo fa. Alcuni raccontano di cadute “banali”, altri di infortuni seri. «Non vedevo più correttamente», ammette una sciatrice dopo una rottura dei legamenti. Altri parlano di velocità eccessive e di piste dove, a fine giornata, i controlli sono semplicemente assenti.
Dal punto di vista giuridico, le piste non sono un far west. Sono considerate “vie pubbliche”, ma la Legge sulla circolazione stradale si applica solo ai veicoli a motore e alle biciclette. Lo conferma l’Ufficio federale delle strade (OFROU): niente limiti per gli sciatori, mentre restano vietati alcol e guida per motoslitte o mezzi battipista. In pratica, la sanzione arriva solo dopo, se succede qualcosa.
Sul fronte assicurativo, le prestazioni vengono garantite, ma l’alcol può pesare nella valutazione di una “negligenza grave”. Sia la Suva sia la Mobiliare parlano di analisi caso per caso, senza soglie chiare. Il risultato è un sistema che si affida quasi interamente al buon senso individuale.





