Un cittadino iracheno, oggi 60enne, non potrà ricevere l'attinenza di Lugano, e quindi il passaporto svizzero, finchè non sanerà i debiti contratti ricevendo l'assistenza. Come riferisce il Corriere del Ticino, il Tribunale federale ha confermato negli scorsi giorni una decisione del Consiglio comunale di Lugano di non concedere l'attinenza comunale a un cittadino iracheno al beneficio dell'assistenza. Il Municipio di Lugano aveva dato preavviso positivo alla concessione della cittadinanza ma l’incarto era rimasto in sospeso fino al 5 dicembre del 2019, data in cui la Commissione delle petizioni si era invece espressa negativamente. Lo stesso aveva fatto, due settimane più tardi, anche il Consiglio comunale.
Determinante il fatto che il 60enne era attivo professionalmente al 50%, mentre per il restante 50% era a carico dell’assistenza sociale. In totale il debito contratto era di 400 mila franchi di debiti nei confronti dell’aiuto pubblico.
L’uomo, patrocinato dall’avvocato Yasar Ravi, aveva ricorso senza successo fino al Tribunale federale, affermando che di non essere riuscito a trovare lavoro a sufficienza per non aver bisogno di prestazioni sociali. A suo dire, inoltre, soffrirebbe di problemi di salute che uniti all’età gli renderebbero difficile trovare un impiego.
Il 22 gennaio 2024 il Tribunale federale ha tuttavia respinto il ricorso stabilendo che queste circostanze “non appaiono di natura totalmente invalidante, motivo per cui non possono di per sé spiegare la sua assenza di integrazione professionale nonostante il lungo soggiorno in Svizzera, ritenuto che la sua sussistenza economica è sempre stata ed è ancora garantita dal versamento di prestazioni assistenziali”.